"C'è una nuova leva di mafiosi e
potenziali mafiosi che sta prendendo piede, affermando il
proprio potere sia in carcere che fuori". Lo spiega al Corriere
della Sera il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. "Per
fortuna le riforme non hanno toccato le indagini su mafia e
terrorismo, compresa quella delle intercettazioni. E gli
interventi sull'ergastolo ostativo si stanno rilevando efficaci
- prosegue -. Altra questione è la concessione dei
permessi-premio concessi a condannati che non si sono dissociati
da Cosa nostra e tornando sul territorio si reimmergono nella
loro realtà criminale; è un fenomeno da monitorare con
attenzione perché si sta facendo diffuso". Fuori dell'antimafia
l'impatto delle riforme varate o in via di approvazione si fa
sentire, secondo De Lucia. "C'è un proliferare di norme che sta
determinando un certo caos anziché aiutare la rapida
celebrazione dei processi - commenta -. Solo l'anno scorso ci
sono stati 21 interventi su procedura penale e codice penale,
introducendo nuove figure di reato che appesantiscono il sistema
e al tempo stesso nuove regole processuali che finiscono per
ingolfarne il funzionamento". C'è poi la tanto criticata
separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. "È
una riforma della magistratura, non della giustizia, e non
risolve nessuno dei veri problemi con cui ci confrontiamo ogni
giorno - dice -, andando invece a incidere su equilibri
costituzionali delicatissimi". "Si arriverà a necessariamente a
un governo esterno, e non potrà che essere del ministro della
Giustizia - conclude -. Col risultato di un'azione penale
orientata secondo i desideri della maggioranza politica del
momento".
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