(di Enrica Battifoglia) (ANSA) - ROMA, 23 AGO - E' stata una lezione dolorosa, ma ricca di insegnamenti per chi studia i segreti della Terra: il terremoto che dal 24 agosto 2016 ha cominciato a scuotere l'Italia centrale ha dato il via alla più importante sequenza sismica attivata in Italia dal sisma che nel 1980 ha colpito Irpinia e Basilicata. "E' davvero molto lungo l'elenco delle cose che abbiamo imparato da questo terremoto", ha detto all'ANSA il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni.
"Ogni terremoto - ha proseguito - è una sorta di esperimento impossibile da replicare fedelmente in laboratorio; quando ne avviene uno lo studiamo con estrema attenzione perché ci fornisce un'enorme quantità di informazioni e ci permette di conoscere meglio il nostro pianeta, nella speranza di arrivare un giorno ad avere un rapporto più 'sostenibile' con la sismicità". Anche per questo motivo l'Ingv ha deciso di dedicare alla sequenza sismica Amatrice-Visso-Norcia un evento in programma proprio il 24 agosto presso la sua sede centrale, a Roma. A un anno esatto dal terremoto le porte dell'istituto di ricerca saranno aperte a pubblico e giornalisti per illustrare l'intenso lavoro di sorveglianza sismica svolta durante quest'anno, le novità scientifiche raggiunte e gli obiettivi futuri.
Sicuramente la sequenza sismica dell'Italia centrale del 2016-2017 farà discutere il mondo scientifico e farà riflettere ancora a lungo, anche se, in generale, il suo carattere eccezionale non è stato nella quantità di energia liberata: "dobbiamo considerare che nell'arco di un anno sulla Terra avvengono anche oltre 100 terremoti di magnitudo simile a quelli della sequenza di Amatrice-Visso-Norcia, praticamente uno ogni circa 3-4 giorni". Certamente, ha aggiunto, "terremoti di questa magnitudo in zone abitate senza edilizia antisismica diventano devastanti".
Purtroppo nel tempo "si cerca di dimenticare la tragedia, rimuovendone la memoria che ci deve invece spronare a guardare al futuro facendo prevenzione e studiando sempre meglio l'origine dei rischi naturali". Eppure ogni secolo in Italia avvengono 20-25 terremoti di magnitudo superiore a 5.5, che possono provocare vittime e danni significativi alle abitazioni.
Se calcoliamo che un terzo dei 14,5 milioni di abitazioni presenti in Italia si trovano in zone che possono subire sollecitazioni sismiche importanti, si dovrebbe iniziare immediatamente ad attivarsi in prevenzione attraverso l'adeguamento (o, dove non possibile, il miglioramento) antisismico nelle aree a maggiore pericolosità sismica: un lavoro che richiederà forse 50-100 anni e una spesa di centinaia di miliardi. Proprio per questo, ha concluso, "oltre a fare prevenzione da subito, è necessario studiare meglio i fenomeni che generano i terremoti. Sappiamo ancora troppo poco di quello che c'è nel sottosuolo e per questo l'Ingv ha lanciato il progetto Working Earth, per capire meglio come è fatta e come funziona la Terra". (ANSA).