Sono un centinaio i migranti che
da qualche settimana sono accampati all'ingresso del Porto
Vecchio di Trieste, in un varco non utilizzato. Dopo lo sgombero
del Silos, a giugno, la fatiscente struttura distante soltanto
pochi metri, dove molti avevano trovato rifugio negli ultimi
anni in condizioni igienico-sanitarie inesistenti, i nuovi
migranti giunti attraverso la 'rotta balcanica' si sono
sistemati dietro le grandi porte del vecchio scalo portuale.
Qualcuno ha trovato un vecchio materasso, altri si sono
procurati sacchi a pelo e altri ancora hanno costruito un letto
di fortuna accumulando cuscini e abiti. Fino a qualche giorno fa
il numero dei migranti era di qualche decina, ma il numero tende
ad aumentare con il passare dei giorni e in questi giorni si
aggira sulle cento persone. L'area è all'aperto ma è dotata di
una tettoia e riparata dal vento, protetta almeno in parte dal
freddo che già si fa sentire. Durante l'estate molti dormivano
all'aperto, nel giardino di piazza Libertà, a pochi metri
dall'ingresso del porto, nel verde o sulle panchine ma con
l'arrivo delle prime giornate di maltempo si sono trasferiti nel
nuovo sito, dove le condizioni igieniche però sono sempre più
precarie. L'area infatti è priva di servizi igienici.
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