Daniele Rezza, 20enne reo confesso
dell'omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne ucciso, per
portargli via un paio di cuffie, con una coltellata al petto
nella notte tra il 10 e l'11 ottobre scorso a Rozzano, qualche
mese prima, a fine giugno, avrebbe aggredito, sempre nella
cittadina dell'hinterland milanese, un ragazzo di 17 anni "con
un coltello da cucina a lama seghettata". E colpendolo sempre al
torace, ma per fortuna causandogli soltanto "un piccolo taglio"
superficiale.
L'episodio inquietante, e che non venne denunciato, è venuto
a galla dopo l'omicidio, nelle indagini dei carabinieri del
Nucleo investigativo, grazie alla testimonianza della sorella di
Manuel, che in quei giorni, dopo la morte del fratello, aveva
saputo da alcuni amici di quell'aggressione dell'estate
precedente. E ha deciso di contattare il ragazzo che si era
salvato, che è stato poi sentito a verbale, ricostruendo anche
la precedente lite con Rezza su un tram di notte e poi quella
coltellata da lui sferrata in strada, vicino alle abitazioni di
entrambi.
Il nuovo episodio emerge ora con la chiusura di questa
tranche d'inchiesta, sempre coordinata dalla pm Letizia
Mocciato, per lesioni aggravate dall'uso dell'arma e porto del
coltello a carico di Rezza, che è già a processo per omicidio
volontario aggravato, con prima udienza fissata per il 14
aprile. Rezza, come ha messo a verbale la sorella di
Mastrapasqua riportando il racconto riferito, "ha tirato fuori
un coltello da cucina" e "ha tentato" di colpirlo, ma "per
fortuna non ci è riuscito".
E' accaduto "a fine giugno-inizio luglio, prima del mio
diciottesimo compleanno", ha spiegato il 18 ottobre scorso lo
stesso ragazzo, raccontando, tra le altre cose, che anche "il
padre di Daniele", intervenuto quando i due ragazzi si erano
ritrovati in strada, "mi colpiva con uno schiaffo o un pugno".
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