(di Francesca Pierleoni)
È donna, giovane, altamente
istruita e in prevalenza vive al sud (Puglia, Campania e Sicilia
sono in cima alla lista). È l'identikit di chi consuma prodotti
naturali e erboristici tracciato durante il talk dedicato al
settore, organizzato da Gruppo Cosmetici a Connotazione Naturale
ed Erboristica di Cosmetica Italia nel corso di Cosmoprof
Worldwide Bologna.
"Per ogni prodotto di questo tipo circa il 55% di chi li
acquista valuta alcune caratteristiche - spiega Giacomo Fusina,
Ceo dell'istituto di ricerca Human Highway -: il fatto che sia
naturale e biologico, che venga da una filiera sostenibile, che
sia a km zero e come quarto elemento che sia vegano". Le donne
"sono più attente a valutare gli Inci, l'impatto sull'ambiente,
mentre l'uomo guarda soprattutto all'efficacia". I consumatori
giovani sono molto attenti anche al packaging e ai valori etici
proposti da un brand. Le categorie più considerate secondo
questi fattori sono "la cura del viso, il trucco delle mani, il
trucco del viso e le creme solari". La semplicità e
l'autenticità nell'offerta "sono visti come criteri di qualità".
Mentre a scoraggiare dall'acquisto ci sono elementi come "il non
voler rischiare di incappare nel greenwashing e i dubbi sulle
certificazioni dei prodotti" aggiunge Fusina.
Fra le principali fonti di informazione su questi acquisti,
le persone coinvolte nella ricerca non hanno indicato i media
tradizionali, "ma fonti terze, come le recensioni online, il
passaparola, gli influencer e le app". I consumatori di questi
prodotti "chiedono in generale maggiore trasparenza,
comprensibilità delle indicazioni, packaging più sostenibili, e
l'equilibrio tra efficacia e sostenibilità".
Nella realtà dell'erboristeria "c'è stata un'evoluzione anche
da parte di chi c'è dietro il banco - osserva Wilmer Zanghirati
Urbanaz, vice coordinatore della Federazione Erboristi italiani
-. Prima gli operatori erano esperti delle piante officinali
oggi spesso hanno anche conoscenze di fitologia e chimica. Si
devono affrontare le sfide normative e di un mercato sempre più
dinamico". L'interesse "è cresciuto in modo esponenziale, ma
serve che qualcosa cambi. Il greenwashing è un problema serio,
il consumatore con una certa formazione non si fa prendere in
giro". Tutto il settore dovrà andare "verso una clean beauty,
trainata dalla trasparenza delle formulazioni e la
consapevolezza dell'impatto ambientale. In quest'ambito il ruolo
degli erboristi diventa sempre più centrale".
Da questo tipo di cosmesi "si sta diffondendo un'energia
incredibile - osserva Laura Pedrini, presidente del Gruppo
Cosmetici di derivazione naturale ed erboristica di Cosmetica
Italia - con la tradizione botanica delle piante officinali
unita alla tecnologia scientifica". Si sta assistendo a tassi di
crescita molto elevati per questo mercato, "circa del 5-6%
all'anno, un cosmetico ogni quattro venduti in Italia è a
collocazione naturale". Tutto ciò "porta molte opportunità e
sfide". Il consumatore "è sempre più informato, anche sugli
ingredienti e la filiera, è più consapevole, attento alla
propria salute e quella del pianeta". La ricerca "è il vero
motore per creare l'innovazione. I bisogni del consumatore vanno
intercettati e interpretati con un'offerta che non sia solo
efficace, ma anche di grande sostenibilità su tutto il ciclo di
vita del prodotto".
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