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L'Amica Geniale 4 verso la premiere alla Mostra del cinema di Venezia

L'Amica Geniale 4 verso la premiere alla Mostra del cinema di Venezia

Rai Fiction e Rai Cinema, nodo alleanze e crisi box office

ROMA, 12 giugno 2024, 19:17

di Alessandra Magliaro

ANSACheck
L 'amica geniale - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'amica geniale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Saltata al Tribeca Film Festival in corso a New York, l'anteprima mondiale dell'ultima serie dell'Amica Geniale, la quarta, con la regia questa volta di Laura Bispuri, si avvia ad una premiere alla Mostra del cinema di Venezia dove tutto è cominciato nel 2018. Lo ha fatto intendere, senza ufficialità, la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati a Scilla, nell'ultimo giorno di AVP, il summit dei produttori sulle Nuove Frontiere.
    "L'amica geniale - ha detto nel panel - è uno dei prodotti eccezionali italiani, andremo in onda a novembre con queste nuove puntate, sempre con la supervisione di Saverio Costanzo, affidate a Bispuri. Saremo dovuti essere al Tribeca ma c'era anche una interlocuzione con Venezia, con i festival si sa che è sempre un po' così". La serie che chiude la tetralogia di Elena Ferrante (Edizioni E/O) è una produzione Fandango, The Apartment, Fremantle Italy, Wildside e Mowe, in collaborazione con Rai Fiction e Hbo Entertainment. È il simbolo delle alleanze strategiche che sono ormai una parte del futuro produttivo.
    "Stiamo lavorando a un'intesa su due titoli con Bbc, siamo parte con orgoglio dell'Alleanza europea con France Television e Zdf e con la Finlandia faremo la serie Torna a Surriento".
    Ammirati ha fatto i casi di Doc e Mare Fuori, fenomeni globali, esempi di come la fiction italiana stia avendo grande successo a livello internazionale. "La serialità italiana è sempre più gradita all'estero. Un dato per tutti: siamo al +50% di venduto all'estero in confronto alla pre-pandemia 2019.
    Evidentemente siamo molto bravi a costruire storie domestiche, local che parlano molto italiano come linguaggio della cultura generale di un paese che piace molto al resto del mondo", ha proseguito Ammirati parlando di "sound italiano", citando lavori come Imma Tataranni, Il Paradiso delle Signore, mentre Doc ha avuto un adattamento in America: "Ho visto a Los Angeles il primo episodio, un vanto italiano Lux Vide e Rai che ha varcato i confini. Non hanno un uomo come Luca Argentero come protagonista, ma è una primaria a guidare il reparto, ma le caratteristiche di storie e personaggi sono simili. Altro fenomeno è Mare Fuori, venduto in oltre 40 paesi al mondo con un adattamento spagnolo e l'ipotesi di uno americano". Di internazionalizzazione, oltre che di film italiani, ha parlato Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema. "Ci sono tre eventi che hanno influenzato moltissimo l'industria globale del cinema: la pandemia, l'impatto degli streamers e lo sciopero americano che ha influito sulla possibilità di avere presenze forti nel mondo. Quindi la sofferenza attuale del box office mondiale, partendo dagli Usa e arrivando anche all'Italia, è anche frutto di questa mancanza, del grande blockbuster americano che sappiamo essere trainante per il pubblico anche sul cinema italiano. I grandi franchise probabilmente hanno stancato il pubblico con i loro effetti speciali ormai preponderanti sulla storia. Il nostro cinema italiano viaggia tantissimo all'estero, nei festival è considerato di enorme qualità - Del Brocco ha fatto il caso di Gloria!, esordio di Margherita Vicario venduto in 25 paesi - ma sul nostro botteghino è in difficoltà". Non c'è una ricetta, ma Del Brocco ha parlato di necessità di una "finestra più lunga, non di soli 105 giorni, tra uscita teatrical e streaming, valida per film italiani e non. Il nostro è un mercato molto regolamentato, ma qualche regola di assorbimento di un certo numero di film per le piattaforme, al netto degli investimento di libero mercato, sarebbe utile per dare visibilità ai film medi, medio piccoli, film di giovani a fronte del mercato sala che assorbe sempre meno questo tipo di film. Dobbiamo - ha concluso Del Brocco - ridurre ai numeri pre pandemici la produzione prediligendo qualità e dialogo con il pubblico. C'è molto spazio per il cinema d'autore come dimostrano ad esempio Past Lives o Perfect Days e non bisogna vergognarsi di avvicinarsi al pubblico anzi. E il film di Paola Cortellesi C'è ancora domani è un altro grande esempio di storie che vanno alla pancia delle persone, come anche Oppenheimer e Barbie".
   

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