David Mamet "mi ha mandato questo
testo nel 2007 eppure sembra scritto ieri... chiunque lo veda
pensa a Trump". Lo dice Luca Barbareschi, parlando di November,
la commedia satirica diretta da Chiara Noschese (anche
cointerprete), che dopo alcune anteprime avrà il debutto
nazionale al Teatro Argentina (4 -16 marzo) per poi andare in
tournée.
L'attore dà volto allo scatenato e senza scrupoli presidente
degli Stati Uniti Charles Smith (negli Usa il ruolo ha avuto
come mattatore Nathan Lane), che con la sua popolarità sotto
zero in un Paese sull'orlo della guerra atomica, è disposto a
tutto pur di essere rieletto, cercando, nel frattempo, anche di
lucrare il più possibile, in ogni modo e maniera che la sua
carica gli consenta. Al suo fianco la fidata autrice di discorsi
Clarice (Noschese) che ha bisogno di una grande favore dal
commander in chief e il realista braccio destro Archer Brown
(Simone Colombari). Nel cast dello spettacolo, prodotto da
Teatro di Roma-Teatro Nazionale e Cucuncia Entertainment s.r.l.,
anche Nico di Crescenzo e Brian Bocconi. "Non potevo celebrare
i miei 50 anni di carriera meglio anche se con un po' di
sofferenza perché non sono nel mio teatro (l'Eliseo, che è
chiuso, ndr), ma la speranza è l'ultima a morire...".
L'Argentina, comunque, è il palcoscenico "più importante
d'Italia, con il Piccolo" sottolinea Barbareschi. Per November,
l'attore ritrova Chiara Noschese, che l'aveva già diretto 10
anni fa, in Quei segnali d'amore nell'universo: "Chiara è una
delle più brave artiste italiane, sa fare qualunque cosa, e mi
conosce molto bene, capisce i miei livelli di paranoia e di
autosabotaggio. Io ho lavorato con tanti grandi registi, da
Polanski a Mamet e per sensibilità e profondità lei non ha
niente da invidiare a questi signori".
Venendo ai paralleli del testo con l'oggi "la realtà in cui
viviamo è più farsesca del teatro. Trump ha imparato tutto da
noi italiani" spiega l'attore. Il cavaliere e Trump "hanno
capito cosa sia la post verità - sottolinea -. Quando arrivi a
fare qualcosa un giorno ed a negarla il giorno dopo, vale
tutto". Tutto questo è November "un testo che entra come un
coltello nella carne viva di questa realtà - aggiunge -. Io
faccio un presidente, che potrebbe essere Trump, Bush o Biden,
perché il livello di delirio è lo stesso".
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