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Teatro e letteratura, per i Racconti Romani arriva Ginzburg

Teatro e letteratura, per i Racconti Romani arriva Ginzburg

Al Torlonia Vita Immaginaria, monologo di Forti, regia di Maggi

ROMA, 31 marzo 2025, 13:06

Redazione ANSA

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Il Teatro Torlonia si conferma luogo di incontro tra teatro e letteratura, uno spazio in cui la parola scritta prende vita sulla scena, offrendo al pubblico uno sguardo inedito sulla città di Roma: Racconti Romani.
    Curato da Emanuele Trevi ed Elena Stancanelli il ciclo di appuntamenti porta la letteratura a teatro attraverso la messa in scena i testi di sei grandi autori del Novecento: Ennio Flaiano, Anna Maria Ortese, Goffredo Parise, Alberto Moravia, Antonio Debenedetti e Natalia Ginzburg.
    Ora arriva il quarto appuntamento del ciclo Racconti Romani che, dal 4 al 6 aprile, porta in scena le pagine di una delle più grandi scrittrici italiane del Novecento, Vita immaginaria di Natalia Ginzburg, un viaggio teatrale per la regia di Maddalena Maggi con l'interpretazione di Iaia Forte, che darà voce alla Roma malinconica e contraddittoria della scrittrice, in un monologo che esplora i sentimenti contrastanti che la città eterna suscita.
    Vita immaginaria è un viaggio intimo e personale nella Roma di Natalia Ginzburg, una città che diventa specchio delle emozioni umane, un luogo in cui si intrecciano ricordi, desideri e disillusioni, e che il monologo di Iaia Forte, intenso e coinvolgente, trasporta in un'atmosfera sospesa tra passato e presente, tra sogno e realtà.
    Dopo la messinscena di Sillabari di Goffredo Parise, Maddalena Maggi torna a indagare l'anima di Roma attraverso le parole di un'altra figura chiave della letteratura italiana, restituendoci un racconto di nostalgia, di amori perduti e ritrovati, di una città che seduce e respinge, che incanta e delude: "Roma è un'entità vivente, che suscita amore, disamore, seduzione e disillusione. I racconti romani della Ginzburg hanno il sapore della nostalgia amorosa, la nostalgia del primo amore, la delusione di un amore grande e assoluto che improvvisamente mostra il suo lato nascosto, storto, sporco, rumoroso e più di tutto hanno la nostalgia di come un tempo eravamo - racconta la regista - In un monologo che ha diversi echi temporali e che a tratti conversa con i suoni della città, grande diventa la delusione, si affaccia il proposito di fuggire, abbandonare, dimenticare ma non possiamo dimenticarci di noi e alla fine come dice Natalia Ginzburg 'i sentimenti che ci ispirano le città che abitiamo da molti anni, dopo una lunga abitudine di convivenza, mescolano nell'affetto, insofferenza e rabbia ma questa insofferenza e la rabbia non logorano l'affetto ma anzi lo rendono più forte, profondo e inestinguibile. Roma oggi non mi piace più e sembra non piacere più a nessuno, però tutti la amiamo perché le città, come le persone, si amano in verità per nessuna ragione' ".
    Dopo Maddalena Maggi, il ciclo proseguirà con le regie di Lucia Rocco, che dirige Racconti romani di Alberto Moravia (dall'8 all'11 maggio) e La lente scura di Anna Maria Ortese (dal 5 all'8 giugno).
   

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