(di Alessandra Magliaro) One Day, Normal People e ora Dieci Capodanni: ci sono serie certamente romantiche ma anche piene di vita autentica a scandire il ritmo delle puntate, riflettendo con realismo le dinamiche sentimentali di giovani adulti e infine a restituire un affresco veritiero e potente dell'avere trent'anni oggi ed essere coppia in un mondo precario, risolti o irrisolti si vedrà. Dieci Capodanni, che ha debuttato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia nella nuova lungimirante sezione dedicata alle serie tv d'autore niente affatto 'minori' rispetto ad un film per le sale, è ora la serie del momento specie per il target Young Adults.
E' diretta dal candidato all'Oscar Rodrigo Sorogoyen (quello di "As bestas") e trasmessa dalla piattaforma gratuita RaiPlay che ha un fiuto particolare (sono gli stessi che hanno portato in Italia quel gioiello di Normal People dal romanzo dell'amatissima Sally Rooney che ha rivelato tra l'altro i talenti di Paul Mescal oggi una star e di Daisy Edgar-Jones) nello scovare gemme preziose. Al centro, come per le altre due citate (bisognerebbe aggiungere anche il film di Valerio Mieli, Dieci inverni) ci sono istantanee, pezzi di vita colti nello stesso preciso momento in una decade. Questa volta è il Capodanno che per i protagonisti Oscar (Francesco Carril) e Ana (Iria del Río) coincide anche con i loro compleanni: lui, medico internista meticoloso, generoso, diffidente il 31 dicembre, lei, incostante, brillante, positiva in cerca di futuro che sia da barista, da cuoca, da cameriera poco le importa, nata il 1 gennaio.
Si innamorano nel Capodanno del 2015 nella notte in cui compiono 30 anni e il resto è un distillato di vita che gli autori hanno voluto girare tutto in maniera cronologica rafforzando ancora di più nello spettatore la dimensione della crescita personale senza per questo perdere freschezza e autenticità proprio come se al posto di Oscar e Ana ci fossimo noi o i nostri amici, senza filtri. I cinefili appassionati del cinema di Sorogoyen non sono stupiti della resa di Los Anos Nuevos, i neofiti si e Dieci Capodanni è diventata in poche settimane la serie del momento con gruppi d'ascolto, fan base e dibattiti da cena con gli amici. Colpisce nel realismo questa serie spagnola proprio per l'assenza di una vera trama, un arco narrativo che non sia semplicemente lo scorrere della vita proprio come capita a tutti noi, una classica risposta alla domanda 'cosa hai fatto oggi?' ossia 'niente', ma in realtà i protagonisti sedimentano dentro di loro situazioni, sfumature, armonie, disaccordi, rigurgiti delle testimonianze avute dai genitori, di come li hanno cresciuti, delle aspettative riposte, della pressione.
Anno dopo anno un poco cambiano, come è naturale che sia. Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano e Paula Fabra, i tre registi e creatori della serie prodotta da Caballo Films e Movistar filmano i loro personaggi lasciando che la macchina da presa quasi li ignori perchè le situazioni e i dialoghi che mettono in scena non tollererebbero finzioni, semplicemente sono lì e abitano la vita. "Ho appena superato i 30 anni, ne ho 42, e suppongo che questo mi renda più sensibile e più interessato. È un modo di rivisitare gli ultimi anni della mia vita e capire, o almeno provare a capire, perché sono dove sono, e cosa ho fatto o non fatto per essere in questo posto? Di solito tra i 30 e i 30 è un decennio in cui le persone prendono decisioni cruciali per la propria vita. La maggior parte delle persone crea una famiglia, si specializza nella propria professione, probabilmente vive una grande delusione sentimentale e spesso perde i propri cari. Immagino che questo sia un altro motivo per cui ero interessato. Ma ti dirò una cosa, qualsiasi decennio potrebbe essere affascinante per me per una serie prodotta in questo modo, potrebbero essere i 20 o 40, 50 o 60 anni delle persone", ha detto Sorogoyen a Deadline provando a spiegare l'irresistibile attrazione per questa serie.
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