(di Francesca Pierleoni)
Il "primo e l'unico cuntista e
puparo vivente", il maestro assoluto di queste arti, Mimmo
Cuticchio e'
il filo rosso che unisce la "nouvelle vague" di narratori orali
siciliani, impegnati sia nel raccontare il mito e la grande
letteratura, da Ulisse a Orlando, sia nel testimoniare il loro
impegno civile anche contro la mafia, in Cuntami, il
documentario di Giovanna Taviani, che ha debuttato nelle Notti
veneziane delle Giornate degli Autori alla 78/a Mostra del
Cinema di Venezia.
Il film non fiction, che arriva in questi giorni in sala con
Cloud 9, anche coproduttore in collaborazione con Rai Cinema,
non segue la strada del "classico documentario didascalico" ma
quella di un road movie di scoperta scandito da "un coro
polifonico di voci, nel quale si uniscono tanti 'cunti'
(racconti) - spiega Giovanna Taviani -. Non volevo fare
un semplice ritratto di narratori orali, ma costruire anche un
mio viaggio personale verso questi talenti", molti dei quali
oltre ad essere stati allievi di Cuticchio, sono anche attori e
autori in ascesa. Un percorso che partendo dal mare ci porta
nella Palermo di Cuticchio, con la sua missione di trasmettere
l'arte del cunto e dei pupi anche alle nuove generazioni. Poi si
va a Partinico, da Vincenzo Pirrotta che in testi come La
ballata delle balate denuncia i latitanti mafiosi che si
nascondono nel territorio. Arriviamo a Trapani con Gaspare
Balsamo che immagina, fra gli altri, un incontro tra Don
Chisciotte e Peppino Impastato. A Gela, Mario Incudine,
ripropone il Lamentu di Turiddu Carnevale (dedicato al
sindacalista ucciso dalla mafia negli anni '50) scritto da
Ignazio Buttitta per una leggenda della narrazione popolare,
Ciccio Busacca (scomparso nel 1989). Con Giovanni Calcagno si
arriva a Paterno' , dove ha sede proprio la 'Casa Museo del
cantastorie' in memoria d Busacca, e a Piedimonte Etneo per il
'cunto' del Ciclope innamorato. Per un finale di nuovo nel
capoluogo siciliano, con Cuticchio / Don Chisciotte, accanto al
narratore orale iracheno Yousif Latif Jaralla / Sancho Panza.
"Cinque anni fa mi ero trasferita nel quartiere della Kalsa
a Palermo per lavoro - spiega la documentarista, da sempre
legata, anche per ragioni famigliari e come direttrice del
Salina DocFest, alla Sicilia, gia' esplorata in 'Fughe e
approdi'
-. Conoscevo bene Cuticchio, ma così ho potuto scoprire il suo
Festival, La macchina dei sogni dove ho visto anche gli altri
narratori, dei giovani colti e appassionati, una comunita'
forte, legata anche nella battaglia civile, non dalla ideologia
ma
dalla tradizione" sottolinea Giovanna Taviani. 'Cuntami "è nato
sia dall'esigenza di voler raccontare questo mondo meraviglioso,
ma anche da una mia esigenza personale" aggiunge la regista, che
nei tre anni di lavoro al film, ha dovuto affrontare la perdita
di suo padre, Vittorio Taviani e di sua madre, Carla Vezzoso.
"Raccontare ed ascoltare delle storie è l'unico modo per
vincere la morte e non sentirsi soli, dobbiamo continuare e
farlo con i
nostri figli e i nostri nipoti".
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