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Cambiano assetto le società di Chiara Ferragni, esce Damato

Cambiano assetto le società di Chiara Ferragni, esce Damato

L'ex manager specifica: 'Dimissioni volontarie, non sono stato licenziato'

ROMA, 14 giugno 2024, 11:07

Redazione ANSA

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Chiara Ferragni con Fabio D 'Amato, in una foto tratta dal profilo Facebook del manager - RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiara Ferragni con Fabio D 'Amato, in una foto tratta dal profilo Facebook del manager - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Fabio Maria Damato lascia il gruppo di Chiara Ferragni. Le società Fenice e TBS Crew comunicano in una nota che dal 16 giugno il manager "cesserà dalla funzione di Direttore Generale e consigliere di entrambe le aziende per perseguire altre opportunità professionali". "Il cambiamento - prosegue la nota - fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale".

 Il manager, nato a Barletta e laureato in Economia aziendale alla Bocconi, faceva parte del gruppo di Ferragni dal 2017. Era il braccio destro dell'influencer, ricoprendo ruoli cruciali come general manager di The Blonde Salad e Chiara Ferragni Collection.

   Non si è fatta attendere la risposta di Damato che, sul suo profilo Instagram, precisa: "In questi mesi difficili non ho mai replicato a provocazioni o a informazioni errate circolate sul mio conto perché da dipendente credevo non fosse corretto farlo visto il rispetto per le persone, le gerarchie e per le aziende per cui ho lavorato. Ma oggi è opportuno anche rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria, e non, come diffuso dall'azienda, che 'il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale'".

   "Lo scorso febbraio, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me sesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che ci contraddistinguono - prosegue Damato -. A dimostrazione di questo ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento".

   "Non mi è permesso in questo momento entrare nel merito del caso Pandoro ma essendo diventate pubbliche alcune mail insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di queste mail fosse mia - sottolinea ancora -. Resto però amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolte. Un lavoro sempre in salita, costellato di tanti ostacoli e altrettanti successi, che chiunque si ritenga intellettualmente onesto non può attribuire solo al caso o alla fortuna".

   "Mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che si sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e di conseguenza i loro posti di lavoro - prosegue -. Esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito, specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come persona e capo e per la quale l'onestà, la dedizione e l'affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione".

   "Nei mesi ho letto una certa ossessione circa i miei presunti incredibili guadagni - conclude Damato -. Purtroppo (per me) non solo le cifre circolate sul mio stipendio di lavoratore dipendente sono lontane dalla realtà, ma non ho mai nemmeno percepito da membro dei due consigli di amministrazione questi fantastici compensi di cui si scrive, perché sono ruolo che ho ricoperto a titolo gratuito sino alla mia uscita volontaria. Per finire nel segno della coerenza al momento delle mie dimissioni volontarie da tutte le cariche non ho richiesto nessuna liquidazione aggiuntiva, tantomeno da 4 milioni di euro e nulla in più mi è stato versato sen non gli oneri previdenziali spettanti per legge a qualsiasi lavoratore dipendente". 

   Il rapporto tra lui e Ferragni si sarebbe incrinato, appunto, a seguito del caso Balocco e delle altre vicende legate a iniziative di beneficienza. La sua uscita dal gruppo segue la svolta già messa in campo nei giorni scorsi con la nomina della madre, Marina Di Guardo, a direttore generale della Sisterhood, con poteri gestionali che prima erano proprio nelle mani di Damato.
Il suo ruolo è sempre stato centrale non solo nella gestione economica delle aziende, ma anche nelle scelte degli outfit dell'influencer come emerge anche dal documentario "Chiara Ferragni Unposted", di cui il manager è uno dei produttori esecutivi.

   Damato avrebbe anche avuto un ruolo nella separazione con Fedez. Il rapper ha fatto trapelare in più occasioni l'irritazione nei confronti del bracco destro della moglie, da lui ritenuto tra i responsabili del tracollo mediatico della consorte. Da allora erano circolate voci di un ben servito nei confronti del bocconiano da parte di Ferragni, che oggi sono diventate realtà. 
   

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