Nel febbraio di 2 anni fa
l'amministratore delegato di Saipem Alessandro Puliti annunciava
la collaborazione con Seaway7, controllata da Subsea7, per le
attività di progettazione e costruzione di impianti eolici
galleggianti. Queste ultime, secondo quanto riferiva allora il
manager, erano ormai diventate "il pilastro per la transizione
energetica" dopo aver creato tanti problemi al gruppo nel 2021,
l'anno del rosso da 2,4 miliardi a causa di problemi in alcuni
progetti nel Mare del Nord. In virtù dell'accordo annunciato
allora, Saipem ha iniziato a sviluppare progetti insieme Seaway7
con cui, spiegava Puliti, "per ora c'è un fidanzamento, vedremo
se evolverà in un matrimonio".
Saipem aveva chiuso il 2023 con il ritorno all'utile dopo la
crisi iniziata 3 anni prima e lo ha fatto archiviando "il
risultato più alto degli ultimi 10 anni", ha sottolineato
Puliti, a quota 179 milioni di euro. Un dato che, insieme a
ricavi in crescita del 19% a 11,87 miliardi e nuovi ordini per
18 miliardi, avevano indotto il gruppo ad annunciare il ritorno
della cedola nel 2025 e prevedere ordini tali per 50 miliardi
nel 2027.
Sul fronte norvegese invece Subsea7, che si prepara ad
annunciare i risultati del 2024 il prossimo 27 febbraio, ossia 2
giorni dopo Saipem, aveva chiuso il 2023 con ricavi per 6
miliardi di dollari (5,73 miliardi di euro), nuovi ordini per
7,4 miliardi di dollari (7,07 miliardi di euro) e un utile netto
di 10 milioni di dollari (9,56 milioni di euro).
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