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Responsabilità editoriale di Advisor
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Forse l’universo è in espansione, ma la terra e le sue risorse non sono infinite. Lo sanno gli investitori che rivolgono la loro attenzione ai portafogli responsabili. Così evidenzia Chris Iggo, chair di AXA IM Investment Institute e cio di AXA IM Core.
Negli ultimi 70 anni abbiamo misurato la prosperità dei Paesi sulla base del PIL, ovvero sulla portata della crescita della vendita di beni e servizi. Quest’indicatore fu inventato dall’economista americano Simon Kuznets. Però lo scopo originario non era di considerarlo in modo isolato poiché non tiene conto degli effetti dell’attività economica. Possiamo concludere che la spinta alla crescita del Pil ha danneggiato il nostro pianeta e rappresenta una minaccia per la prosperità futura. Ma quali sono le alternative?
Per rispondere a questa domanda, secondo l’esperto di AXA IM è importante considerare la lotta contro i cambiamenti climatici. “Le emissioni vengono generate lungo l’intera catena del valore, con lo sfruttamento delle risorse del pianeta. Nel tentativo di migliorare le condizioni sociali e puntare all’uguaglianza nelle nazioni emergenti, ci scontriamo con una cruda realtà. Da una ricerca pubblicata nel 2022 per l’UNICEF, l’organizzazione per l’infanzia delle Nazioni Unite, è emerso che, se ogni abitante del pianeta consumasse le risorse con lo stesso ritmo dei Paesi sviluppati, per soddisfare la domanda servirebbe l’equivalente di 3,3 pianeti. Il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite l’anno scorso ha rilevato che, mantenendo fede agli impegni nazionali già presi, ci stiamo dirigendo pericolosamente verso un riscaldamento di 2,6°C.” sottolinea Iggo.
Continuare così non è più possibile, dobbiamo prendere in considerazione i nuovi modelli proposti e le possibili implicazioni per gli investitori.
Come investitori è facile comprendere la necessità di puntare su una crescita verde. Con gli incentivi della politica e la nuova mentalità che si va diffondendo tra la popolazione, le aziende sanno che una strategia veramente sostenibile può attirare investimenti e incrementare la domanda al consumo. Le tecnologie pulite sono infatti un’area in crescita, così come gli investimenti in biodiversità, per centrare obiettivi in campo sociale o per rispondere agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Ci sono però anche altre strade. Come quella della decrescita. Può essere una prospettiva preoccupante che va contro ogni convinzione che ha contrassegnato il pensiero economico dalla rivoluzione industriale. Eppure i policymaker sono sempre più aperti all’idea della decrescita, poiché sulla base dei dati la crescita verde potrebbe non bastare se i Paesi vogliono centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Il dibattito è ancora in corso e i sostenitori della decrescita credono che essa si concentrerà più sulla riduzione dell’uso dell’energia e delle risorse, che non sulla riduzione del Pil.
Le implicazioni per gli investitori sono difficili da valutare. “Come sarà il mercato azionario in uno scenario di decrescita? Possiamo delineare un universo d’investimento valido con imprese che sono socialmente utili, che non danneggiano l’ambiente e che non cercano di creare nuova domanda?” si domanda Iggo che precisa che ci sono anche altre forme come l’a-growth, ossia l’agnosticismo sulla crescita. “Verosimilmente la futura realtà economica comprenderà principalmente il modello di crescita verde, integrando alcuni elementi essenziali dell’agnosticismo sulla crescita e della filosofia circolare, strizzando l’occhio alla decrescita come contenimento attivo dei consumi e dei rifiuti in eccesso. Sarà probabilmente un processo graduale che reagirà ai cambiamenti, più che una dottrina imposta dall’esterno” prosegue l’esperto di AXA IM.
“L’interesse per questi nuovi modelli probabilmente aumenterà man mano che vengono alla luce i segnali degli effetti sociali e climatici del nostro rapporto con la crescita nato con la rivoluzione post-industriale. Per gli investitori, ciò significa che è importante saper leggere i segnali per formulare previsioni sul futuro. Forse si partirà lentamente ma poi si andrà a tutto gas. Anche se il percorso sarà graduale, potremmo trovarci di fronte a qualche momento critico in cui settori e categorie di investimento andranno alla deriva. Il nostro compito, come gestori degli investimenti, sarà quello di capire come potrebbe evolversi la situazione e dove potremo trovare rischi e opportunità” conclude Iggo.
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