"E' uscito, ecco la macchina, è lui, lui. Usa! Usa!". Fuori dalla chiesa di St John's, dove Donald Trump ha assistito alla messa prima di giurare da 47esimo presidente degli Stati Uniti, l'atmosfera è calda nonostante il gelo artico che attanaglia Washington. Cappellini Maga, sciarpe con la bandiera americana, scaldacollo con un'immagine del loro beniamino, il popolo del tycoon non si è fatto scoraggiare dai -11 gradi, né dal trasferimento della cerimonia all'interno proprio per l'allerta meteo. Volevano essere nella capitale, la città più liberal degli Stati Uniti, per l'insediamento ed eccoli qui, anche se sono costretti a seguire gli eventi dallo schermo di un telefonino. L'altra Washington, quella di chi ci vive e lavora, dei tanti stranieri che la animano ma non hanno il diritto di voto, è sparita. Chiusa in casa o addirittura partita per qualche giorno, vista la serrata di uffici e negozi.
"E' un presidente forte e può cambiare gli Stati Uniti", sostiene Stacey, arrivata con il marito e i suoceri da Houston, Texas. "Vogliamo che riporti la normalità in America", dice la 54enne spiegando che, dal suo punto di vista, "la normalità" significa avere solo due generi. "Ci sono gli uomini e ci sono le donne. Punto", afferma. Per Clara, che indossa un cappellino con la scritta 'Latinos for Trump', la priorità è la chiusura dei confini: "Bisogna risolvere la crisi dell'immigrazione. L'ho votato per questo", rivela la signora arrivata da Tampa, in Florida. Esponente dei milioni di ispanici che hanno votato per The Donald, Clara si dice ancora più entusiasta della prima vittoria. "Questa volta ha portato un sacco di gente che non appartiene al partito repubblicano: abbiamo Rfk jr, Elon. E' emozionante", dice riferendosi a Kennedy e Musk.
Tra i sostenitori che sono confluiti da tutti gli Stati Uniti per assistere all'insediamento del loro presidente ci sono anche molti giovani. Randy è qui con un gruppo di amici da Saratoga, nello Stato di New York. Scherzano imitando la voce di The Donald, la gestualità perfino. Hanno passato la notte fuori dalla Capital Arena per poter entrare e salutare la nuova coppia presidenziale per il bagno di folla che corona la giornata dell'insediamento. "Ci siamo riscaldati bevendo whiskey", rivela il giovane che si è laureato in teologia a Princeton.
"Onestamente è la prima volta che mi appassiono così tanto ad un'elezione presidenziale", dice uno dei suoi compagni di viaggio. C'è anche chi è venuto dalla Gran Bretagna per sostenere il presidente americano. "Pace e prosperità mancano in Europa, spero che Trump non migliori solo l'America, ma anche il mondo", si augura Timothy.
Alcuni dei supporter, dopo aver saccheggiato il negozio di souvenir proprio di fronte alla Casa Bianca, hanno deciso di tornare nel loro albergo per il clima troppo ostile. "Abbiamo provato a comportarci da soldati", dice Stacey, dall'Alabama, "ma fa troppo freddo, guarderemo la cerimonia dal nostro Airbnb". Mentre Jason, dal Maine, è deluso che non abbiamo mantenuto la cerimonia all'esterno: "Noi sappiamo come gestire il freddo. Ma tutto quello che conta è che Donald Trump è il nostro nuovo presidente".
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