Il vice ministro degli Esteri
dell'Iran per gli Affari politici, Majid Takht-Ravanchi, ha
affermato che "non c'è stato alcuno scambio di messaggi" tra
Teheran e la nuova amministrazione statunitense guidata dal
presidente Donald Trump. Secondo quanto riferisce Mehr,
Takht-Ravanchi ha aggiunto che l'Iran non ha denaro bloccato in
alcun Paese a causa delle sanzioni e che l'accordo sul nucleare
trovato nel 2015, noto come Jcpoa, scadrà nell'ottobre del 2025,
in base alla risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza
dell'Onu.
Il patto sul dossier nucleare iraniano era stato firmato tra la
Repubblica islamica, la Francia, la Germania, la Gran Bretagna,
la Cina, la Russia e gli Usa nel 2015 ma nel 2018 Washington ha
ritirato la sua firma dall'accordo, imponendo nuove sanzioni
contro Teheran, per decisione dell'allora presidente Trump, e
Teheran ha ripreso le sue attività di arricchimento dell'uranio.
Dal 2021, sono stati avviati colloqui per rilanciare il Jcpoa ma
i negoziati sono successivamente entrati in una fase di stallo,
anche se recentemente l'Iran e i partecipanti europei hanno
avuto contatti a Ginevra con l'obiettivo di riprendere i
colloqui.
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