Continuano a imperversare nel
Giappone nord-orientale gli incendi boschivi che nella mattina
di sabato sono arrivati a bruciare circa 1.400 ettari nella zona
costiera della prefettura di Iwate. Gli incendi sono iniziati
mercoledì nella città di Ofunato, e ad oggi oltre 80 edifici
sono stati danneggiati, riferiscono le autorità locali,
tuttavia, per una valutazione completa della distruzione delle
fiamme, ci vorrà del tempo, dato che le operazioni di
spegnimento degli incendi continuano. Giovedì è stato ritrovato
il corpo di un uomo, e la polizia sta cercando di confermare la
causa della sua morte. Malgrado la mobilitazione di 1.700 vigili
del fuoco, gli ordini di evacuazione sono stati emessi per altri
tre distretti sabato mattina, e un totale di quasi 4.600 persone
appartenenti a circa 1.900 famiglie sono state sfollate.
Attualmente sono poco più di 1.000 i residenti ospitati nei
centri di evacuazione della città. Le cause degli incendi
rimangono sconosciute.
Secondo i dati governativi nel 2023 si sono verificati circa
1.300 incendi in tutto il Giappone, concentrati nel periodo da
febbraio ad aprile, quando l'aria è più secca e i venti si
intensificano. Non si escludono le conseguenza del cambiamento
del clima, dicono gli analisti, considerando che nella città di
Ofunato questo mese sono caduti appena 2,5 millimetri di
pioggia, un valore di gran lunga inferiore al precedente record
di 4,4 millimetri registrato nel febbraio del 1967. Il 2024, è
stato l'anno più caldo di sempre in Giappone da quando esistono
le statistiche, al pari di altri Paesi in cui l'aumento delle
emissioni di gas serra contribuiscono al riscaldamento globale.
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