Il presidente della Repubblica ribadisce con forza la "brutale aggressione" all'Ucraina da parte della Russia intervenendo in occasione dei tre anni di guerra innescati dall'attacco di Mosca. "Vanno ribadite vicinanza e solidarietà alla coraggiosa resistenza ucraina a difesa della propria indipendenza e della libertà delle sue scelte nazionali". Il Capo dello Stato fa riferimento alla "violazione delle più basilari norme di convivenza internazionale, infrangendo anche solenni impegni assunti nel 1994 tra le due parti". E ancora, alle centinaia di migliaia di vittime, anche tra la popolazione civile. Fatti che, insieme alla "devastazione volutamente perseguita delle infrastrutture ucraine, sollecitano, oltre ad una severa condanna, la ricerca di rapido avvio di colloqui affinché le due parti pervengano alla definizione di una pace giusta, in linea con i principi dell'Onu, garantita da efficaci misure di sicurezza che la rendano effettiva e definitiva".
Il Capo dello Stato è chiaro e netto anche questa volta. La presa di posizione di Mattarella cade, tra l'altro, in una giornata particolare: infatti sia all'Onu che al G7 si manifestano forti le divisioni tra Stati Uniti ed Europa sulla forza della condanna alla Russia da mettere nero su bianco nella risoluzione e nel documento finale dei sette Grandi. La forza delle parole del presidente fa ricordare, in ambienti parlamentari di maggioranza e opposizione, i giorni in cui era stato attaccato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo. Maria Zakharova aveva usato violente espressioni verbali nei confronti di Mattarella e dell'intera Italia. La portavoce aveva parlato di parole "blasfeme" da parte del nostro presidente della Repubblica che, secondo le autorità di Mosca, avrebbe paragonato la Russia di Putin al terzo Reich. Nel mirino un complesso discorso sui nuovi equilibri mondiali pronunciato dal capo dello Stato a Marsiglia a inizio febbraio.
"Anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura": ecco le parole del presidente, peraltro inquadrate in un ben più ampio ragionamento sul fallimento della "politica di appeasement" che precedette la seconda guerra mondiale, contestate dal governo russo. Dal Quirinale filtrò solo il silenzio ed un garbato invito a rileggersi l'intero discorso di Marsiglia: il presidente è "sereno" fece sapere il suo staff. Certamente la 'lectio magistralis' all'università di Marsiglia vola molto più in alto della singola frase che ha così tanto irritato Zakharova. Ma mai, si sottolineò, emerge un accostamento tra Hitler e Putin, al limite è chiaro il riferimento alle 'guerre di conquista' di oggi con quelle che portarono alla seconda guerra mondiale. Un concetto che sembra trasparire anche nelle ultime parole del presidente per ricordare la "brutale aggressione" della Russa all'Ucraina.
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