Secondo le stime degli operatori delle Tlc, riportate da Asstel nel Rapporto sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia 2021, servirà oltre 1 miliardo di euro per rinnovare il settore fino al 2025. La spesa sarà necessaria per attivare programmi di formazione, effettuare nuove assunzioni e dar seguito al cambio generazionale. In Italia, il numero di dipendenti diminuirà di circa 10 mila addetti nei prossimi anni, ma la percentuale di over 40 non calerà, rimanendo anche nel 2025 attorno all'85%, nel caso non nascano strumenti aggiuntivi a supporto. Questo comporterà importanti investimenti in iniziative di formazione: nel 2020 le attività di upskilling e reskilling hanno coinvolto, rispettivamente, 80 mila e 27 mila dipendenti delle telco, un numero che crescerà con la previsione, dal 2021 al 2025, di formare più di 100 mila lavoratori all'anno, con una spesa complessiva di circa 110 milioni di euro e l'erogazione di 4 giornate medie di formazione per persona. Per Asstel, sarà fondamentale l'innesto di giovani, sia laureati in ambito Stem (figure sempre più ambite in futuro) che periti e tecnici. Molto importanti, dunque, gli investimenti previsti dal Pnrr volti a rafforzare l'istruzione professionale.
Il rapporto spiega anche che è pari al 26% dei ricavi totali l'investimento che gli operatori delle telecomunicazioni hanno attuato in Italia nel corso del 2020. Rispetto alle altre aziende che erogano servizi, il settore Telco si conferma quello con i maggiori investimenti, seppur con ricavi e prezzi in calo da anni. "La Filiera è in profonda trasformazione e sta affrontando due grandi sfide: affiancare le istituzioni nella missione di digitalizzare il Paese attraverso lo sviluppo di un'infrastruttura ultrabroadband fissa e mobile ad altissima velocità, e nel minor tempo possibile, e ampliare le proprie competenze interne e il modello di business, per ricoprire un ruolo importante nello sviluppo e nella diffusione di nuove piattaforme di servizio - ha commentato Massimo Sarmi, Presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni - Per il ritorno sugli investimenti non sarà sufficiente offrire servizi di connettività, ma servirà farsi trovare pronti per diventare gli 'orchestratori' dei progetti verticali". Per quanto riguarda lo sviluppo delle reti 5G, l'Italia è tra i primi paesi ad aver completato l'asta per tutte le frequenze a disposizione e realizzato il maggior numero di sperimentazioni. Tuttavia, secondo i dati della Commissione Europea, la copertura a metà 2020 era circa all'8% delle abitazioni, valore inferiore alla media europea (14%) e a quella di Spagna (13%), Germania (18%) e Regno Unito (20%). Un valore parzialmente influenzato dalla mancata possibilità di utilizzare la banda 700 MHz, il cui rilascio è previsto a metà 2022.
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Asstel