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Dani Alves assolto in appello da accusa stupro in Spagna

Dani Alves assolto in appello da accusa stupro in Spagna

Il brasiliano in primo grado fu condannato a 4 anni e mezzo

MADRID, 28 marzo 2025, 16:07

Redazione ANSA

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Dani Alves © ANSA/EPA

Dani Alves © ANSA/EPA

Il Tribunale superiore di Giustizia di Catalogna ha assolto oggi l'ex calciatore del Barcellona e della Juventus Dani Alves dall'accusa di violenza sessuale nei confronti di una giovane nella discoteca Sutton di Barcellona.

Il brasiliano era stato condannato in primo grado a 4 anni e mezzo di reclusione dal Tribunale di Barcellona il 22 febbraio 2024. La Procura aveva suggerito una condanna a nove anni, mentre la difesa della vittima aveva chiesto 12 anni.

Il Tribunale superiore di giustizia di Catalogna ha accolto all'unanimità il ricorso presentato dalla difesa del calciatore Dani Alves contro la condanna a 4 anni e mezzo di carcere e al pagamento di 150.000 euro di danni per aggressione sessuale a una ragazza di 23 anni avvenuta nella discoteca "Sutton" di Barcellona, il 31 dicembre 2022. La sentenza di appello, notificata oggi e citata dai media iberici, fra i quali El Pais, segnala "un'insufficienza di prove" dovuta alla "mancanza di affidabilità" della testimonianza della vittima e ordina la revoca della condanna delle misure cautelari adottate.

L'ex calciatore della nazionale brasiliana aveva scontato 14 mesi di carcere preventivo, prima del giudizio, per poi ritornare in libertà dopo il pagamento di un milione di euro di cauzione, in attesa della sentenza definitiva. Secondo il pronunciamento della corte, "dalla prova praticata, non si può concludere che siano stati superati gli standard richiesti dalla presunzione di innocenza" per il calciatore.

E ricorda che la sentenze di condanne richiedono "un canone di motivazione rafforzata". Per cui, la testimonianza della vittima non sarebbe "sufficiente per mantenere la condanna all'accusato" e in questo caso "prevale il diritto alla presunzione di innocenza". Il Tribunale segnala, inoltre, che non condivide "la convinzione" della corte di primo grado, che argomenta la sentenza di condanna con "ragionamenti" che contengono "una serie di vuoti, imprecisioni, inconsistente e contraddizioni sui fatti" nella sua valutazione giuridica e nelle conseguenze. Per cui lascia "senza effetto le misure cautelari imposte".
   

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