Nel film di Wes Anderson Asteroid City, in concorso al festival di Cannes, Scarlett Johansson interpreta una famosa attrice con i capelli corti neri cotonati come si portavano negli anni '50, che si ritrova lì nel deserto per assecondare la figlia adolescente pazza per la scienza e partecipante al raduno degli Stargazers. La diva fa imbambolare il vicino, il vanitoso fotografo di guerra (Jason Schwartzman).
Sul red carpet di Cannes ha conquistato tutti con il suo sorriso, fasciata in un abito a tubo rosa e i capelli tornati lunghi biondo platino. È lei la star del giorno a Cannes.
Alla conferenza stampa (assente l'altra big star Tom Hanks) con il resto del cast - Jason Schwartzman, Maya Hawke, Bryan Cranston, Stephen Park, Jeffrey Wright e Rupert Friend - ha raccontato l'avventura di entrare nel mondo di Wes Anderson, un universo a se stante fatto di set curatissimi, storie surreali, divertenti, fredde, una sorta di quadri animati che ami o odi, commedie plastiche spesso drammaturgicamente ferme. "Lavoro nel cinema da tanti anni, interpretare un personaggio è un po' un prolungamento di me stessa, da tempo penso che per me il cinema è diventato un complesso mix tra vita reale e sogno, diciamo che è un'estensione del mio subconscio e dai miei sogni traggo spesso ispirazione e sostanza per i personaggi che interpreto", ha detto Johansson.
Il film di Anderson, "meditazione poetica sul senso della vita", è un effetto collaterale della pandemia visto che i protagonisti si ritrovano bloccati nella città dove si studia e si venera un antico meteorite per un presunto passaggio di presenze aliene e finiscono in quarantena. "Durante il Covid stavamo scrivendo la sceneggiatura, non credo che ci sarebbe una quarantena nella storia se non la stessimo vivendo", ha detto.
Nel film, in sala con Universal dal 14 settembre, con un cast che comprende anche Margot Robbie, Tilda Swinton, Ed Norton, Adrien Brody, Steve Carell e Jeff Goldblum, non c'è un ordine gerarchico sul set. "La mancanza di gerarchia, unita al livello della narrazione, è quello che lo rende unico", ha detto Maya Hawke, mentre Anderson ha ribadito: "L'importanza della connessione tra tutti noi durante le riprese è quello che fa la differenza quando giro un film". Secondo Scarlett Johannson l'esperienza su un set di "è simile più al teatro che al cinema. Ci sei dentro. L'intero ambiente è creato. È uno spazio fisico, tangibile, utilizzabile", ha detto.
Del resto Anderson, come negli altri suoi film, da I Tenenbaum a Gran Budapest Hotel a The French Dispatch, anche qui ha costruito tutto prima con uno storyboard animato in movimento, una sorta di film parallelo.
Inevitabile la domanda sugli alieni, Wes Anderson ci crede? "Ho letto Stephen Hawking che insiste sul fatto che è numericamente improbabile che non ci sarebbe vita extraterrestre, ma davvero non lo so, no direi che all'invasione aliena non ci credo", ha scherzato il regista.
L'attrice degli Avengers, di Black Widow (quello per cui in piena quarantena ha sfidato uno Studio, caso unico e pionieristico, intentando una causa contro Disney per l'uscita del film direttamente sulla piattaforma senza riconoscere altri compensi) ma anche di Storia di un matrimonio, Match Point, a Cannes con il terzo marito Colin Jost è diventata a 38 anni la star di Hollywood che ha incassato di più. È a fianco della lotta degli sceneggiatori (tra cui suo marito) in sciopero e prima di volare a Cannes è andata con Chris Evans a trovare un altro degli Avengers, Jeremy Renner, che ha scampato la morte in un incidente in montagna ed è in via di guarigione. Dopo Asteroid City questa super attrice premio Oscar sarà nel film di Kristin Scott Thomas, My Mother's Wedding, e in Project Artemis con Woody Harrelson.
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