Lotta alla camorra e alla
criminalità comune, al traffico della droga, ma anche il
contrasto alla violenza minorile e alle truffe agli anziani,
reato - quest'ultimo - definito "tra i più odiosi". Dopo tre
anni alla guida del comando provinciale dei Carabinieri di
Napoli, il generale di brigata Enrico Scandone, torinese ma la
sua famiglia è originaria della Campania, lascia il capoluogo
partenopeo per assumere la guida del Comando della Legione
Emilia Romagna. L'ufficiale - che ha coordinato il lavoro di
3.600 uomini dell'Arma impegnati nel napoletano - ha oggi
salutato i giornalisti con i quali nell'ultimo triennio c'è
stato un confronto quotidiano.
Giunto a Napoli subito dopo la prima fase dell'emergenza
Covid, Scandone ha tracciato un bilancio di tre anni di attività
in una città, ha sottolineato deciso, che "non è meno sicura di
altre grandi metropoli". Un'azione resa possibile, ha aggiunto,
grazie al lavoro di squadra portato avanti con tutti i
carabinieri presenti nei reparti dei presidi territoriali
dell'Arma nel napoletano.
Negli ultimi tre anni sono stati arrestati 55 latitanti ed
eseguite centinaia di ordinanze di custodia cautelare. Un
bilancio positivo nel quale si evidenzia l'istituzione della
Compagnia dei Carabinieri a Caivano e dove è stato fatto un
lavoro a tutto campo che ha portato all'azzeramento delle 24
piazze di spaccio della droga che si contavano al Parco Verde.
Ed episodi come le violenze sulle due cuginette di Caivano, ha
ammesso Scandone, da investigatore e da cittadino, "ti lasciano
l'amaro in bocca". "Questa città mi ha dato tantissimo. Ed ho
avuto la fortuna di essere al comando di una squadra di
professionisti, che hanno fronteggiato le emergenze ma anche
l'ordinarietà di questo territorio. Spesso si parla solo di
emergenze ma c'è una quotidianità che esula da fatti criminali
nella quale i carabinieri sono accanto ai cittadini", ha detto
ancora Scandone, evidenziando che si è lavorato sempre fianco a
fianco con la magistratura, la prefettura e le altre istituzioni
del territorio.
"Non possiamo nascondere che ci sono tanti problemi - ha
proseguito - e si continuerà a lavorare non solo dal punto di
vista di prevenzione e repressione ma soprattutto in termini
sociali".
Su uno dei fenomeni più allarmanti, e cioè la diffusione
delle armi tra i giovani, il generale Scandone ha ricordato che
due anni fa "è stata avviata una campagna nelle scuole, nei
centri di aggregazione con lo slogan 'No alle armi, la prima
vittima sei tu'. Oggi ci sono tanti giovani che hanno il falso
mito che avere un coltello in tasca può darti forza. Invece non
è vero: portare un'arma può creare - e spesso crea - problemi ad
altri e a chi la porta". Ma un ruolo proattivo dovrà essere
svolto soprattutto della famiglie perché, ha detto, anche "in
questo caso è necessario fare squadra".
Alla guida del Comando provinciale di Napoli dell'Arma da
lunedì ci sarà il generale di brigata, Biagio Storniolo.
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