"Tornare al festival sessant'anni dopo? È bellissimo: sarà un momento di grande riconoscenza per l'affetto che il pubblico ha conservato per me lungo tutto questo tempo". Era il 1964 quando Gigliola Cinquetti vinceva a Sanremo a soli 16 anni con Non ho l'età (per amarti), la canzone con cui poco dopo avrebbe trionfato all'Eurovision a Copenaghen, prima italiana ad aggiudicarsi la competizione e più giovane cantante in assoluto a salire sul podio. Ora Amadeus l'ha voluta come ospite della serata finale del festival, sabato 10 febbraio, per riproporre un brano che oggi "evoca ricordi di un'epoca che non c'è più, tra la tenerezza e il sapore amaro di una società in cui le donne restavano un passo indietro".
Con la voce limpida e potente e l'innocente freschezza, quella ragazzina di Verona sbaragliò tutti: "Se allora mi avessero detto che dopo sessant'anni avrei cantato di nuovo Non ho l'età - sorride Cinquetti, che oggi ha 76 anni e per qualche giorno si è rifugiata tra le sue montagne della Lessinia - avrei risposto 'speriamo di no', quasi per non lasciarmi più irretire dai meccanismi dello show. E invece ora si chiude un cerchio ed è bellissimo: non è mai scontato che chiamino proprio te. Sono pronta a riprendermi tutto quello che è mio, compresa la canzone. L'ho anche combattuta inutilmente per molto tempo, come spesso accade agli artisti, che faticano a riconoscere la propria opera quando ha troppo successo: è come se in qualche modo venisse sottratta dal pubblico che vuole interpretarla e percepirla a modo suo, è un sottile gioco psicologico. Ma adesso sono orgogliosa di quella ragazzina e penso: 'anvedi questa, era veramente forte". E poi "tutto torna: per festeggiare i 70 anni della televisione alle Gallerie d'Italia a Torino si è appena inaugurata la mostra Non ha l'età - Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976, curata da Aldo Grasso: in mezzo ci sono anch'io".
Sanremo la proiettò nell'Empireo del successo, trascinandola dalla Francia al Giappone, dalle Cascate del Niagara al Cile, ma la espose anche alle etichette: chi - come Luigi Tenco - la giudicava perbenista e antipatica, chi la vedeva come una madonna, come la stessa Cinquetti racconta nel romanzo autobiografico A volte si sogna, uscito a fine 2023 per Rizzoli.
"Ho avuto una giovinezza complicata, ma bella, perché è stata una prova che mi ha temprato e mi fatto capire tante cose. Ora sono nel periodo della riconoscenza: si sono dissipate tutte le paure, i dubbi che mi accompagnavano da ragazza. Per dirla con un'altra celebre canzone, Il cielo è sempre più blu".
Ma non c'è solo il libro: su Paramount+ è arrivato il film L'età giusta, la commedia diretta da Alessio Di Cosimo che la vede accanto a Valeria Fabrizi, Giuliana Lojodice e Paola Pitagora nel ruolo di un quartetto agée che non si arrende al tempo che passa. "Ho ritrovato queste straordinarie compagne di viaggio: abbiamo vissuto coralmente sia il set sia i momenti privati. È stato terapeutico, rigenerante".
Ora la aspetta il teatro: "Mi piace incontrare il pubblico in carne e ossa. Tra un brano e l'altro ci saranno monologhi nei quali mi racconterò un po' di più, visto che per tutta la vita sono stata molto riservata... I giovani sono preoccupati, hanno paura di sbagliare, quando si è più grandi ci si può permettere maggiore libertà". Lo spettacolo, che dovrebbe ricalcare il titolo del libro, A volte si sogna, debutterà il 12 marzo a Trento, per poi approdare tra l'altro il 29 aprile al teatro Olimpico di Roma e il 10 maggio al teatro Dogana di San Marino.
Sposata dall'età di 32 anni con Luciano Teodori, Cinquetti abita in campagna fuori Roma. "Se ho l'età giusta? Vivo il presente con un'intensità - conclude - che potrebbe durare all'infinito".
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