A un anno dalla vittoria all'Ariston con Due Vite, Marco Mengoni torna al festival, chiamato da Amadeus nell'inedita veste del co-conduttore. E anche in quella ancora più sorprendente dell'imitatore: "anche nella vita normale faccio le voci per uscire dai momenti di imbarazzo", rivela con il suo solito sorriso un po' sornione, un po' bravo ragazzo che non nasconde le sue fragilità.
Come non ha mai nascosto le sue lacrime. "La fragilità è parte dell'essere umano e non bisogna uscirne, ma trovare gli strumenti per gestirla" - dice tornando serio -. Si esce da questi momenti educandosi e con un aiuto: io una volta a settimana parlo con una terapeuta, per confrontarmi con me stesso. Ma mi assolvo: sono contento di essere me, nel bene e nel male. Non si deve rifiutare niente delle emozioni". Come quella, palpabile, per il debutto al fianco di Ama: "sto sudando, guarda come sono lucido", scherza guardandosi nel monitor che ha di fronte in sala stampa. "Comunque faccio finta di essere impassibile: so fingere bene. Ho provato tutte le voci possibili e immaginabili per non apparire emozionato. Ho studiato molto e ho preso spunto dai vecchi festival".
In particolare, la sua attenzione si è concentrata sulla presenza al festival di Anna Marchesini nel 1999. "Ho riscoperto il suo genio assoluto. Lei è stata la musa più importante per questa esperienza, mi ha ispirato molto. Rido fino alle lacrime quando vedo i suoi sketch. La sento vicina, un feeling molto profondo, anche se io non ho un grammo del suo talento", continua l'artista di Ronciglione che rimanda al mittente, almeno per ora, ogni ipotesi di one man show o conduzione del festival: "Che ansia! Pensiamo ad oggi, qui ed ora. Il futuro si vedrà. Per il festival no, è presto. Devo passare ancora molti esami. Ama sa tutto degli artisti, io non sono così attento, non ho questo talento e non mi ci saprei immaginare". All'orizzonte invece il nuovo tour negli stadi in programma la prossima estate.
Portare se stesso ("serio e goffo allo stesso tempo") ed entrare in punta di piedi all'Ariston, "per un mestiere che non è il mio", sono stati i punti fermi che lo hanno portato ad accettare l'invito di Ama, "oltre a quello di cercare di impappinarmi il meno possibile e di non sbagliare i nomi", ride dopo aver appena citato Rek e Nenga. "Mi hanno lasciato la libertà di esprimermi e per questo non posso che ringraziare, ma io stavo bene anche solo a cantare le mie canzoncine", ironizza con la voglia solo di divertirsi. "Voglio godermi la vita, perché a volte non l'ho fatto, ho pensato troppo".
Un anno dalla vittoria, un anno volato via, "in verità sento di non essermi mai staccato da Sanremo, come se mi fossi addormentato un secondo e al risveglio sono ancora qua. Mi sento fortunato, non tutti avranno questa possibilità. Mi sono sempre ritenuto un curioso che ha voglia di conoscere e scoprire mondi diversi che non mi appartengono per nascita".
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