(ANSAmed) - IL CAIRO, 25 FEB - In un nuovo rapporto del suo
"Comitato Supremo Permanente per i Diritti Umani", l'Egitto ha
sottolineato che continua il proprio percorso di consolidamento
della "libertà di religione e di credo". L'azione dello Stato
include riforme legislative, iniziative culturali ed educative,
oltre alla costruzione di nuovi luoghi di culto per le diverse
comunità religiose, come emerge dal testo diffuso ieri
dall'Ufficio stampa del governo egiziano (Sis).
Tra le misure adottate, la designazione di un "notaio per la
comunità siriaco-ortodossa", che evita ai fedeli viaggi
all'estero per matrimoni religiosi, e la legge sull'asilo, che
garantisce ai rifugiati la "libertà di credere e praticare riti
religiosi".
Il governo egiziano ha inoltre promosso la "strategia
nazionale per i diritti umani", con interventi su educazione,
dialogo interreligioso e riforma del discorso religioso. Nel
2024, sono stati legalizzati 3.453 luoghi di culto cristiani,
con nuove chiese autorizzate a Nuova Alamein, Port Said e Il
Cairo, precisa il rapporto che segnala anche come il presidente
egiziano Abdel Fattah al-Sisi abbia ribadito il proprio impegno
partecipando a celebrazioni religiose cristiane e inaugurando
restauri di moschee storiche.
Nell'ambito educativo, i programmi scolastici sono stati
aggiornati per includere "valori di cittadinanza, tolleranza e
rispetto della diversità", con corsi specifici sulla "libertà
religiosa". Inoltre, le università hanno organizzato "seminari
su dialogo interreligioso e accettazione dell'altro".
Nelle 27 pagine del rapporto si segnala fra l'altro che
l'Egitto ha promosso il "Sentiero della Sacra Famiglia",
inserito nella lista Unesco, restaurando siti religiosi legati
al percorso di Maria e Gesù. (ANSAmed).
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