Una bomba lanciata da un
individuo arrivato in moto fino alla sede centrale della procura
di Trujillo, la terza maggiore città del Perù con oltre un
milione di abitanti, sulla costa nord del paese andino, aveva
come obiettivo "intimidire la procuratrice capo specializzata
contro il crimine organizzato, Jennifer Ludeña".
La denuncia, riportata dal quotidiano Diario Correo, è del
ministro dell'Interno peruviano, Juan José Santiváñez, che
sottolinea come Ludeña, "presto avrà il compito di sostenere la
richiesta di custodia cautelare contro un'organizzazione
criminale chiamata 'Los compadres' (I padrini in italiano)".
L'esplosione, verificatasi ieri, ha ferito un tassista e un
vigilante della zona, distruggendo i vetri della procura ma
anche quelli dell'Università di Trujillo, dell'Ospedale
Albrecht, e delle case e i locali commerciali nelle vicinanze.
"Il leader de Los Compadres, alias "Pequeño" (Piccolo in
italiano, attualmente detenuto), si è attribuito questo atto
criminale inviando persino un messaggio provocatorio già nelle
mani delle autorità", ha aggiunto Santiváñez.
La procuratrice generale del Perù, Delia Espinoza, ha
dichiarato che "dopo l'esplosione, e su nostra richiesta, solo
ora è stato inviato personale di polizia per proteggere la
procuratrice (Ludeña), minacciata da giorni, addirittura con
fotografie della sua famiglia". "Dai primi indizi che stiamo
rilevando, la dinamite usata proviene dall'estrazione mineraria
illegale", ha aggiunto Espinoza.
Ieri le autorità peruviane hanno dichiarato lo stato di
emergenza a Trujillo.
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