In Colombia i miliziani
dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln) continueranno la
"guerra di liberazione" portata avanti dalla scorsa settimana
contro i dissidenti delle disciolte Forze armate rivoluzionarie
di Colombia (Farc) con cui sono in disputa per il controllo del
fiorente business del traffico internazionale di cocaina nella
regione del Catatumbo.
In un video diffuso sui social network i guerriglieri
confermano la cattura di decine di 'nemici' confermando i
rastrellamenti e le esecuzioni mirate denunciate dalle autorità
e testimoni che hanno generato il panico tra la popolazione
residente e spingendo almeno 40mila persone ad allontanarsi
dalle aree teatro del conflitto, aprendo una crisi umanitaria.
L'istituto di medicina legale ha recuperato i corpi di 41 delle
almeno 80 vittime stimate.
Secondo il portavoce del gruppo armato, "il Catatumbo è
vittima dell'abbandono da parte dello Stato" e del "fallito
processo di pace con le disciolte Farc, che ha facilitato il
riarmo di molti ex combattenti oggi riuniti nel cosiddetto
Fronte 33 la cui degradazione ci obbliga ad affrontarli".
I guerriglieri hanno ribadito che "l'unico obiettivo" delle
loro "azioni" erano i membri della dissidenza, "le loro milizie
e la loro struttura economica", e non "la popolazione non
combattente. Per questo chiedono al governo di realizzare un
corridoio umanitario e "costituire una commissione con cui l'Eln
possa dialogare per concordare protocolli che facilitino
l'assistenza" ai cittadini in fuga e "il ripristino della vita
sociale e comunitaria interrotta dallo scontro in alcune zone".
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