Il consigliere regionale della
Lega Valerio Mancini, presidente della Commissione agricoltura e
ambiente dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, annuncia che
nella seduta di mercoledì 31 gennaio l'Organismo su sua proposta
"si incontrerà con una delegazione degli agricoltori che ha
protestato in varie piazze umbre contro le politiche agricole
dell'Europa e per chiedere al Governo e quindi alle Istituzioni
un intervento a loro sostegno". All'audizione sono state
invitate anche le associazioni di categoria e l'assessore
regionale all'agricoltura Roberto Morroni.
Mancini rimarca "l'importanza che anche il Consiglio
regionale, come più volte accaduto in questa legislatura, deve
riservare all'attività agricola in fase di sofferenza,
condizione manifestata non solo in alcune piazze umbre, ma, da
mesi, in tutta Europa contro le politiche europee". "Tra i
maggiori problemi posti dagli agricoltori, che ho ascoltato
nella manifestazione di protesta di martedì scorso a Bastia -
aggiunge -, vi sono temi molto importanti che saranno oggetto
della riunione della Commissione: l'abolizione delle accise sul
gasolio agricolo; no al taglio del 23 per cento medio, come
accaduto per questa annata agraria, sull'assegnazione effettiva
del gasolio destinato all'impresa agricola per la coltivazione,
per i lavori di irrigazione e per le varie fasi produttive. Sì,
invece, ad una legge come proposta dal presidente della
Commissione agricoltura della Camera, Mirco Carloni, per
stabilire i reali costi
di produzione dei prodotti agricoli. Gli agricoltori - osserva
Mancini - chiedono anche la salvaguardia delle zone montane
rispetto alla pastorizia, all'allevamento e all'agricoltura in
genere. Altri punti riguardano l'accesso al credito con
intervento diretto della Regione e del Governo e una perizia del
prodotto qualitativa e quantitativa al momento del raccolto e
non a posteriori, finalizzata sulla pezzatura e la qualità al
fine di garantire il prezzo stabilito. Gli agricoltori chiedono
altresì attenzione alle quotazioni, visti i numeri dissonanti
fra la Borsa di Perugia e le altre italiane, in particolare
Bologna, che in fase di vendita dei raccolti determina
differenze di prezzo significative fra le varie borse, che
finisce per penalizzare i nostri agricoltori. C'è anche il tema
della chianina, eccellenza dell'Umbria su cui si chiede un'opera
di promozione e di tutela ulteriore vista la qualità e la
sicurezza alimentare garantita dal sistema sanitario della
nostra regione in piena collaborazione con gli allevatori. Molto
si è fatto tra agricoltori, associazioni di categoria e
istituzioni per la creazione di filiere dal produttore al
consumatore, al fine di valorizzare il prodotto e remunerare gli
agricoltori, ma questo grande sforzo di investimento fatto
attraverso i fondi di sviluppo e un enorme capitale umano e
agricolo viene vanificato dai continui ostacoli posti dall'Ue.
Si è arrivati a questa situazione di tensione dopo decenni di
politiche agricole sbagliate dall'Europa, che hanno raggiunto il
culmine con la promozione della carne sintetica, del latte
sintetico, delle farine alimentari a base di insetti, delle
politiche green imposte al sistema produttivo agricolo e non
solo, che rendono di fatto antieconomica l'attività agricola,
così come la nostra tradizione culturale e storica l'hanno
portata avanti per secoli, donando al mondo eccellenze
qualitative e, soprattutto, salute. I paesaggi e le campagne
dell'Umbria con i suoi mille colori non sarebbero più tali senza
l'esistenza in questi luoghi degli agricoltori. Quello che
stiamo vivendo - conclude Mancini - è l'ultimo appello
all'Europa: o le sue istituzioni cambiano verso o tanto vale
uscire da questa follia ambientalista e burocratica".
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