Una lavastoviglie industriale in
acciaio con dentro piatti "commemorativi" raffiguranti i volti,
tra gli altri, di Donald Trump, Giorgia Meloni, Elon Musk e
Javier Milei: è così costituita 'Lavado de Cara' (in inglese
'White Washing'), una delle opere che hanno più catturato le
attenzioni all'inaugurazione di Arco, fiera internazionale di
arte contemporanea appena inaugurata a Madrid. Un evento
arrivato alla sua 44esima edizione e in cui non sono nuovi i
riferimenti espliciti a temi di stretta attualità.
La creazione artistica in questione, realizzata dallo spagnolo
Eugenio Merino in collaborazione con lo storico e politologo
italiano Steven Forti, è volta a denunciare la "normalizzazione"
e "legittimazione" di correnti politiche come quelle
rappresentate dagli attuale presidenti di Usa e Argentina o
dalla premier italiana, leader in un mondo definito "selvaggio".
"Negli ultimi trent'anni, l'estrema destra è stata sottoposta a
un'opera di ripulitura di facciata. La lavastoviglie ha
funzionato a pieno rendimento. Ma a pagare i piatti rotti siamo
tutti noi: una società del tutto disorientata che non sa
chiamare con i loro nomi il saluto nazi di Musk, le politiche
imperialiste di Trump, il genocidio israeliano a Gaza,
l'autoritarismo di Meloni", recita un testo scritto da Forti in
accompagnamento all'opera di Merino.
Tra gli altri politici evocati dall'opera, ci sono anche il
leader degli spagnoli di Vox, Santiago Abascal, e quella del
Rassemblement National francese, Marine Le Pen.
Ospitata dallo spazio fieristico Ifema, Arco ospita fino al
prossimo 9 marzo 214 gallerie di 36 Paesi. Di queste, 43 fanno
parte di progetti commissariati, il cui principale in questa
edizione è 'Wametisé: idee per un amazofuturismo', dedicato
all'Amazzonia.
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