Approvato ieri in Consiglio dei
ministri il correttivo al Codice dei contratti pubblici che, ha
reso noto il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, è
frutto di una consultazione che il dicastero ha promosso lo
scorso luglio e che ha coinvolto 94 soggetti, di cui 77
operatori privati e 17 soggetti pubblici, che hanno presentato
circa 630 contributi.
Il provvedimento introduce alcune correzioni a sostegno degli
investimenti pubblici, con un 'focus' su dieci macro-temi
principali, tra cui equo compenso, tutele lavoristiche,
digitalizzazione, e revisione prezzi; si tratta di un dossier
"seguito con particolare interesse dal vicepremier e ministro
Matteo Salvini". Per l'equo compenso vengono introdotti due
meccanismi per garantire i principi della legge sulla giusta
remunerazione dei professionisti e dei lavoratori autonomi (in
vigore dal maggio del 2023, ndr) nel settore dei contratti
pubblici: per gli affidamenti diretti, è garantito un minimo
dell'80% del corrispettivo previsto; per le procedure di gara, e
si tutela l'equo compenso con meccanismi di calmierazione del
peso dei ribassi che possono essere formulati sul 35% del
corrispettivo, con un risultato sostanziale assimilabile a
quello degli affidamenti diretti, ha fatto sapere il ministero.
Quanto, poi, alle tutele lavoristiche, è confermata
l'applicazione di un unico contratto collettivo nel bando di
gara, con nuove linee guida per consentire alle stazioni
appaltanti di individuare correttamente il contratto applicabile
e per calcolare l'equipollenza delle tutele in caso di ricorso
ad un diverso contratto.
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