Il fine vita continua ad agitare la
maggioranza della Regione Lombardia con le tensioni che questa
mattina sono approdate anche in Giunta. Fratelli d'Italia ha
ribadito all'assessore al Welfare Guido Bertolaso di non aver
gradito il metodo seguito sul primo caso di suicidio assistito
in Lombardia, arrivato un paio di mesi dopo che il Consiglio
regionale aveva votato la non competenza della Regione
sull'argomento.
Mentre si discuteva in Aula, è l'obiezione di FdI, qualcuno
"stava già predisponendo protocolli e comitati", con i meloniani
che hanno chiesto "più rispetto per le decisioni del Consiglio
regionale".
Gli esponenti di FdI hanno lamentato il mancato
coinvolgimento sull'iter che ha portato al suicidio assistito di
una 50enne afflitta da sclerosi multi progressiva "appreso dalla
stampa". Anche se, viene sottolineato dalla Regione, era stata
la stessa paziente, attraverso il suo legale, ad esprimere il
desiderio di non divulgare la notizia.
Ad ogni modo la posizione della Regione non cambia: se
bisognerà dare delle risposte a dei cittadini che faranno
richiesta, si seguiranno sempre i dettami della Consulta con il
comitato etico regionale che dovrà valutare caso per caso se ci
sono i quatto requisiti sancita dalla sentenza.
Sul tema nella Lega ci si divide tra la parte più
cattolica e quella più laica, anche se il Carroccio è rimasto
comunque prudente forte anche della libertà di coscienza
lasciata da Matteo Salvini sul fine vita.
Adesso sono in corso delle riunioni per capire cosa fare in
vista della seduta di Consiglio regionale di domani. Una mozione
di sfiducia della maggioranza nei confronti di Bertolaso - che
ha rivendicato la sua impostazione tecnica e non politica -, al
momento è esclusa, con la Lega che vorrebbe evitare di prestare
il fianco all'opposizione.
FdI, che ha già annunc
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