(ANSA) - NAPOLI, 24 MAR - Vini naturali, senza solfiti, senza
alcun ingrediente chimico, fatti con la filosofia antica e con
la voglia di riportare la tradizione alle origini. E' questa la
base delle due giornate di "Viva la vite" che si svolgono il 26
e 27 marzo alla Fondazione Made in Cloister a Porta Capuana di
Napoli, dove ci saranno oltre 75 vignaioli che vivono intorno
all'etica del vino naturale, "avremo vini e viticoltori da
Italia, Spagna, Slovenia, dalla Francia", spiega Diego Mura, uno
degli organizzatori della due giorni a cui si accede con
biglietto su vivalavite.it.
Mura ha un locale di soli vini naturali a Napoli, lo Jus, e
organizza insieme ad altri imprenditori del settore - come
Vineria Bandita al Vomero - la rassegna dei prossimi giorni: "E'
un settore che sta crescendo - spiega - anche se a Napoli siamo
ancora pochi, ci sono anche Raraterra, Luminist, Puteca,
Indovino, Oak ma stanno aumentando. Anche tanti ristoranti hanno
inserito alcuni vini naturali. E' una scelta difficile da
gestire per chi ha il locale, perché il vino naturale è molto
diverso da quello normale e ha bisogno di qualcuno che lo
racconti al cliente, che lo incuriosisca a provarlo, sapendo che
poi lo amerà. La figura dell'oste in questo è fondamentale, deve
raccontare una storia vera del vino a chi è seduto a tavola".
Un nuovo territorio da scoprire per chi ama sentire sapori in
modo del tutto naturale: "La differenza - spiega Mura - è nelle
tecniche utilizzate in vigna e in cantina. Non c'è un
disciplinare ma una filosofia, tanta etica e coscienza. La
maggior parte dri vignaioli naturali sanno che gli unici
interventi ammessi sono misture di erbe e te' ma anche la
pratica della biodinamica in cantina. Mai sostanze chimiche e
tanta pulizia su un territorio buono". E in Campania aumenta la
produzione di questi vini in diverse zone, dal Beneventano
all'Irpinia, al Salernitano, tutte aziende che saranno alla due
giorni a Napoli: "Ci sono i vini tradizionali - spiega Mura -
l'Aglianico, il Piedirosso e fra i bianchi Fiano, Coda di Volpe,
che naturale è molto interessante per l'acidità spiccatissima.
La cosa carina è che si stanno recuperando vitigni abbandonati
come il Coda di Pecora, l'antico Grieco. Sono uvaggi abbandonati
perché portano a risultati non consistenti di produzione, che
però i vignaioli naturali stanno facendo rivivere. Penso anche
al Coda di Volpe rosso". Nuove e antiche strade spinte dalla
passione più che dalla voglia di fare subito soldi: "I prezzi -
spiega Mura - sono più o meno gli stessi dei vini non del tutto
naturali. Il punto di partenza è diverso perché si parte dalla
produzione di mille bottiglie, mentre un vino normale ne fa
100.000 e così spalma i costi di produzione. Anche su questo i
contributi statali non vengono erogati con produzioni sotto le
10-15.000 bottiglie. Ma l'amore ti spinge anche a partire con
una forza diversa rispetto all'impresa". (ANSA).