(ANSA) - NAPOLI, 27 MAR - Dopo la presa di posizione da parte
del Governo, con quattro decreti emessi per regolamentare l'uso
di farine non tradizionalmente presenti nella nostra
alimentazione (farina di grilli, locusta migratoria, verme della
farina e larva gialla), si amplia il confronto fra gli
operatori. Dice il pizzaiolo napoletano Giuseppe Vesi: "Dal
punto di vista sperimentale userei quelle farine per due motivi:
il primo è che farebbe parte della mia filosofia di evoluzione e
ricerca; il secondo è che preferisco quel prodotto a tanti
altri, come alcune marche di wurstel...". Secondo Vesi siamo in
presenza di "il mondo delle farine è in evoluzione, dai contorni
non ancora chiari, ma con una certezza: per realizzare la pizza
tradizionale, quella che facevano i nostri nonni, bisogna usare
la farina di grani antichi macinata a pietra".
E se l'innovazione guarda ad altri mercati la farina da grano
antico macinata a pietra resiste e rimanda a un prodotto che
rispetta la "tradizionale pizza del Settecento, quella - afferma
Vesi - che faccio correntemente nei miei locali. La farina di
cui oggi si parla tanto e cioè di insetti può rappresentare una
innovazione da prendere seriamente in considerazione per il
futuro, ma non credo, almeno per il momento, possa soppiantare i
prodotti attualmente più utilizzati".
La discussione si amplia anche ad un altro aspetto: "esiste
un limite ad usare questi prodotti ed è quello psicologico".
Così Giuseppe Vesi pur facendo l'occhiolino all'innovazione che
in futuro potrebbe trovare spazio tra i pizzaioli resta legato
alla tradizione. Perché la ricetta di tradizione resta quella
del Settecento? "Agli albori - spiega lo chef - la farina
raffinata non esisteva, perché non esistevano i molini a
cilindro, ma solo le macine a pietra. Per cui, per riprodurre
quei sapori originali bisogna necessariamente utilizzare una
farina non raffinata, quella che utilizzo oggi. Questo tipo di
farina è un po' più grossolana di quella macinata a cilindri
perché i frammenti sono di dimensioni meno regolari. In generale
è più saporita, più nutriente e più digeribile e mantiene
intatte tutte le proprietà benefiche del chicco e tutti i suoi
nutrienti. L'innovazione 'gourmand' è stata introdurre tanti
topping gradevoli, originali e attuali". E proprio come mani che
affondano nella farina tornando indietro nel tempo la storia
della pizza affascina anche per tanti altri aspetti. "Perché il
disco di pasta è nato e continua ad essere un prodotto per il
popolo. Non a caso le prime versioni erano vendute ai passanti e
il successo nelle vendite era decretato dai venditori ambulanti"
conclude Vesi. (ANSA).