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Rossopiccante,la prima salsiccia rossa della Food Valley sannita

Terminata fase di produzione del prodotto tipico di Castelpoto

(ANSA) - NAPOLI, 30 MAR - E' terminata nel Sannio la fase di produzione della salsiccia tipica di Castelpoto: "Un nuovo modello innovativo di suinicoltura nel rispetto dell'ambiente, della biodiversità e del benessere animale" annunciano i promotori dell'iniziativa. Entra, dunque, nel vivo nella Food Valley sannita il progetto RossoPiccante, che si propone di promuovere la 'sostenibiltà' di una suinicoltura estensiva, supportata da tecnologie digitali di monitoraggio ambientale.
    Alla fase di allevamento è seguita nei giorni scorsi quella di produzione della prima salsiccia rossa che ha visto impegnate, in spirito cooperativo, le tre imprese agricole partner: l'Azienda Agricola Campone Carmine, selezionata come sito unico per ospitare i suini, l'Azienda Agricola Tedino Giuseppe, presso la quale avviene la lavorazione della carne, e l'Azienda Agricola Masseria Maio. Il progetto, voluto dalla Confederazione Italiana Agricoltori di Benevento, prevede, rileva una nota, anche l'inserimento nella filiera di soggetti deboli, giovani svantaggiati e persone con disabilità.
    Una sfida che parte dal Sannio e si basa sulla conoscenza degli impatti derivanti dagli allevamenti zootecnici, che destano sempre più interesse da parte degli organi di controllo e dei consumatori, attenti soprattutto alla salvaguardia ambientale e al benessere animale. Due aspetti che non devono essere considerati vincoli per limitare lo sviluppo della filiera produttiva ma, nel rispetto di queste condizioni, vere e proprie opportunità di rilancio della tradizione allevatoriale, con una suinicoltura estensiva che ha origini remote, affermano i promotori del progetto.
    Un nuovo sistema di monitoraggio, dunque, che potrà confermare come "gli antichi modelli di allevamento, con i loro aspetti storico-culturali che ancora oggi caratterizzano il processo produttivo e il prodotto della salsiccia di Castelpoto, sono quanto mai attuali e in linea con le norme vigenti in materia di sostenibilità ambientale, stato di salute degli animali e salubrità". "Il nostro processo produttivo è completamente tracciato - spiega Ettore Varricchio, docente di Qualità e tecniche delle produzioni alimentari dell'Università del Sannio e responsabile scientifico del progetto - ed esprime tutte le qualità uniche della salsiccia rossa, anche come valore aggiunto per l'intera filiera. Il progetto RossoPiccante, difatti, rappresenta anche una importante occasione di studio volto ad approfondire le conoscenze sui contenuti nutrizionali e soprattutto funzionali della salsiccia. Vale a dire che vogliamo mettere a disposizione del consumatore attento tutte le informazioni relative alla specificità e unicità che caratterizzano il prodotto. Nello specifico, vogliamo sottolineare il potere antiossidante della salsiccia RossoPiccante che, grazie al modello allevatoriale e al processo di produzione, risulta migliorata in termini di molecole ad effetto benefico per il consumatore. Il rapporto di reciproca collaborazione venutosi a creare tra le imprese agricole coinvolte nel processo, è un altro importante risultato del progetto che, speriamo, permanga e si rafforzi nel tempo".
    Proprio secondo l'antica ricetta tradizionale di Castelpoto, la salsiccia di RossoPiccante nasce dal connubio tra pezzi scelti di carne suina e aglio, sale, finocchietto, nonché la caratteristica polvere di 'papauli', un peperone rosso molto particolare della cultivar locale. I primi risultati sul sistema di allevamento estensivo e di monitoraggio adottati, nonché sui contenuti nutrizionali e funzionali del prodotto, saranno presentati in un evento di degustazione della salsiccia RossoPiccante, organizzato in collaborazione con il Comune di Castelpoto. (ANSA).
   

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