(ANSA) - CASERTA, 24 APR - È iscritto all'Ordine dei Medici
di Caserta il professionista che con una tecnica innovativa è
riuscito a evitare l'amputazione di entrambi i piedi a un
paziente, direttore dell'Orchestra da Camera fiorentina. Si
tratta di Armando del Prete, 38 anni, dirigente medico presso
l'Ospedale Universitario Careggi. Qui lavora nel reparto di
ortopedia e si occupa specificamente della chirurgia del piede.
Diploma allo scientifico Diaz di Caserta, Università della
Campania Luigi Vanvitelli, specializzazione in ortopedia a
Firenze, città che ora lo accoglie. A darne notizia il Consiglio
dell'Ordine dei Medici di Caserta, presieduto da Carlo Manzi.
"Spesso ci capita di leggere di imprese professionali da
parte di nostri iscritti operanti fuori regione. Nel caso
specifico si tratta di un amico e collega che ha frequentato con
me la facoltà di medicina del territorio per poi spostarsi a
Firenze per la specializzazione in ortopedia - sottolinea Manzi
- Se da un lato queste notizie ci riempiono di gioia e di
orgoglio, dall'altro penso a come la mobilità sanitaria in
uscita si ridurrebbe richiamando queste professionalità nelle
strutture del Servizio Sanitario Regionale campano". A
raccontare l'operazione che ha evitato l'amputazione di entrambi
i piedi a un direttore dell'Orchestra, è lo stesso Armando Del
Prete. "Il paziente - spiega - presentava una infezione
bilaterale dei piedi. Questi casi si chiamano 'cancrene umide' e
vengono trattate con l'amputazione dei piedi. Ipotesi che non
aveva accolto di buon grado il paziente, considerata anche la
sua attività. Da qui la proposta di utilizzare una nuova e
innovativa tecnica che prevede l'utilizzo di dispositivi che una
volta impiantati rilasciano antibiotico, che in questo modo
funziona dove serve. Questa era la novità".
"Naturalmente - aggiunge - a questo si è arrivati dopo un
percorso un po' più lungo. Il maestro è stato ricoverato nel
reparto di malattie infettive per tre settimane, durante le
quali si è intervenuti per far ridurre il gonfiore del piede,
quindi la sala operatoria per una detersione chirurgica. È stato
prelevato del tessuto infetto per analizzarlo e capire il tipo
di batterio, individuando così l'antibiotico idoneo. Dopo una
decina di giorni il paziente è stato riportato in sala
operatoria ed è stato ripulito di tutto il tessuto infetto,
quindi anche all'interno dell'osso, inserendo fosfato calcico
con aggiunta di antibiotico specifico. Questa tecnica è andata
bene. Il paziente ha risposto molto bene e nell'arco di circa
due mesi le ferite si sono chiuse, il piede non era più gonfio e
il paziente ha ripreso ad alzarsi. Ma soprattutto il maestro ha
ripreso la sua attività". (ANSA).