(ANSA) - NAPOLI, 06 MAG - Depressi, stressati e in perenne
carenza di sonno per orari di lavoro che vanno ben oltre il
lecito, carichi di lavoro impossibili da gestire. Il tutto
aggravato da mancanza di riconoscimento del valore di quanto con
competenza professionale si fa, un numero di pazienti per medici
e posti letto che rende quasi impossibile instaurare un rapporto
empatico con i pazienti e la burocrazia che rende tutto ancora
più difficile. C'è questo e di più in quello che in gergo
tecnico si definisce Sindrome da burnout, quell'insieme di
sintomi determinati da uno stato di stress permanente con il
quale devono vivere il proprio lavoro il 30% dei medici campani
che prestano la loro opera nei reparti ospedalieri di medicina
interna. Quelli che da soli assorbono un quinto di tutti i
ricoveri in Italia.
Una minaccia per la loro salute ma anche per quella degli
assistiti, visto che lavorare quando si è in burnout significa
alzare di molto le possibilità di commettere un errore
sanitario, che in Italia sarebbero circa 100mila l'anno. A
fornire una fotografia di medici "sull'orlo di una crisi di
nervi" è il sondaggio condotta da Fadoi, la Federazione dei
medici internisti ospedalieri, presentata a Milano al 28°
Congresso Nazionale della Federazione.
Per quanto riguarda la Campania il 30% dei medici internisti
dichiara di essere in burn out e quasi la metà (43%) dichiara di
aver pensato di licenziarsi nell'ultimo anno e di sentirsi
emotivamente sfinito.
Il 56% riferisce di essere sfinito a termine di ogni giornata
lavorativa ma frustrato dal proprio lavoro solo nel 30% dei
casi. Più della metà dei medici campani (52%) crede di lavorare
troppo duramente ma non perde la propria passione per la
professione: il 76% riferisce di affrontare efficacemente i
problemi dei propri pazienti, il 64% ritiene di influenzare
positivamente la vita di altre persone attraverso il proprio
lavoro, l'82% di aver realizzato cose di valore con il proprio
lavoro e il 76% di rallegrarsi dopo aver lavorato con i
pazienti. Il 37% teme però che il proprio lavoro possa con il
tempo indurirlo emotivamente. Il Covid ha influenzato
negativamente la vita dei medici campani nel 64% dei casi.
"È un grido d'aiuto degli internisti ospedalieri campani
quello evidenziato dalla survey Fadoi sul burnout ospedaliero",
commenta la presidente Fadoi Campania, Ada Maffettone. "Infatti,
la survey ha evidenziato come circa un medico su tre - prosegue
- ritenga di essere in burnout e come quasi il 50% abbia pensato
di licenziarsi nell'ultimo anno per le difficili condizioni
lavorative. Più del 50% ha dichiarato di essere sfinito dalla
propria attività lavorativa, anche se solo il 30% dice di
sentirsi frustrato. Il 52%, inoltre, afferma di lavorare troppo
ma non perde fiducia nel proprio lavoro. I dati evidenziano come
il personale dirigente medico affronti i problemi lavorativi in
maniera seria e proattiva; infatti, l'80% di essi considera
importante il valore del proprio lavoro e della propria
professionalità. C'è consapevolezza in quasi il 40% degli
intervistati che questo entusiasmo possa essere perso se non si
cambia modalità organizzativa nelle corsie di Medicina Interna.
Più del 50% è concorde nell'affermare l'effetto negativo che ha
avuto il Covid sulle proprie vite negli ultimi anni. In
conclusione, l'entusiasmo c'è, ma la stanchezza è tanta. Bisogna
correre ai ripari in tempi brevi". (ANSA).