Apre Al Blu di Prussia, giovedi 13
marzo, "Oreste Zevola" a cura di Maria Savarese, primo progetto
espositivo realizzato a Napoli a dieci anni dalla prematura
scomparsa. La mostra (fino al 9 maggio),promossa dalla
Fondazione Mannajuolo in collaborazione con l'Archivio Oreste
Zevola, racconta l'artista poliedrico (Napoli 1954 - 2014),
disegnatore, pittore, scultore, scenografo, inventore di
immagini, illustratore, riconosciuto a livello internazionale.
Alle fine degli anni Settanta fondò a Trieste la rivista d'arte
"Juliet", con Roberto Vidali e Rolan Marino, iniziando ad
esporre in mostre personali e collettive. Dall'inizio degli anni
Ottanta, all'impegno di disegnatore unì quello di pittore,
realizzando tele di grande formato, lavorò e si stabilì a
Parigi, oltre che a Napoli.
Con i primi anni Duemila realizzò due progetti artistico -
umanitari nella Repubblica Centroafricana. Frequenti furono
anche i suoi rapporti con il teatro e il cinema, continuando a
sperimentare, contemporaneamente, nuove tecniche artistiche e
specifici materiali, come la ceramica o il cartoncino
intagliato.
Selezionate dall'Archivio oltre 70 opere, tempere su tela e su
carta, quasi tutti inedite, o esposte a Napoli per la prima
volta. Realizzati fra il 2000 ed il 2014: alcuni di quetsi
lavori sono tratti dai progetti Bad Boys (2000), Tu moi ce soir,
Cane di pane (2002), Alberi (2004), Il resto di niente (2004),
Santa Patrizia e Pulcinella (2007), Il Guardiano (2009), fino
all'ultimo eseguito nell'agosto 2014. Sono figure umane, angeli,
vesuvi, uccelli, barche, piante, foglie che crescono anche
dentro le persone o ne ornano gli abiti, attraverso mille
ibridazioni, fluttuando sospese fra cielo e terra, realtà e
sogno, paradiso ed inferno, vita e morte, in una sintesi di
arcaico e contemporaneo. Completa l'esposizione, la proiezione
di alcuni video, tra questi i grandi disegni animati ispirati
alla storia di Eleonora Pimentel Fonseca ed alla Rivoluzione
Napoletana del 1799, che realizzò nel 2004 come scenografie per
il film di Antonietta De Lillo, Il resto di niente, tratto dal
libro di Enzo Striano. L'Archivio Oreste Zevola, diretto da
Marina Gargiulo, nasce nel 2015. Nel 2024, dopo un lavoro di
accurata catalogazione curato dalla Soprintendenza Archivistica
e Bibliografica della Campania è stato avviato il procedimento
di interesse culturale.
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