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Oreste Zevola in 70 opere a Napoli a 10 anni dalla morte

Oreste Zevola in 70 opere a Napoli a 10 anni dalla morte

Dal 13 marzo al 9 maggio mostra Al Blu di Prussia

NAPOLI, 05 marzo 2025, 14:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Apre Al Blu di Prussia, giovedi 13 marzo, "Oreste Zevola" a cura di Maria Savarese, primo progetto espositivo realizzato a Napoli a dieci anni dalla prematura scomparsa. La mostra (fino al 9 maggio),promossa dalla Fondazione Mannajuolo in collaborazione con l'Archivio Oreste Zevola, racconta l'artista poliedrico (Napoli 1954 - 2014), disegnatore, pittore, scultore, scenografo, inventore di immagini, illustratore, riconosciuto a livello internazionale.
    Alle fine degli anni Settanta fondò a Trieste la rivista d'arte "Juliet", con Roberto Vidali e Rolan Marino, iniziando ad esporre in mostre personali e collettive. Dall'inizio degli anni Ottanta, all'impegno di disegnatore unì quello di pittore, realizzando tele di grande formato, lavorò e si stabilì a Parigi, oltre che a Napoli.
    Con i primi anni Duemila realizzò due progetti artistico - umanitari nella Repubblica Centroafricana. Frequenti furono anche i suoi rapporti con il teatro e il cinema, continuando a sperimentare, contemporaneamente, nuove tecniche artistiche e specifici materiali, come la ceramica o il cartoncino intagliato.
    Selezionate dall'Archivio oltre 70 opere, tempere su tela e su carta, quasi tutti inedite, o esposte a Napoli per la prima volta. Realizzati fra il 2000 ed il 2014: alcuni di quetsi lavori sono tratti dai progetti Bad Boys (2000), Tu moi ce soir, Cane di pane (2002), Alberi (2004), Il resto di niente (2004), Santa Patrizia e Pulcinella (2007), Il Guardiano (2009), fino all'ultimo eseguito nell'agosto 2014. Sono figure umane, angeli, vesuvi, uccelli, barche, piante, foglie che crescono anche dentro le persone o ne ornano gli abiti, attraverso mille ibridazioni, fluttuando sospese fra cielo e terra, realtà e sogno, paradiso ed inferno, vita e morte, in una sintesi di arcaico e contemporaneo. Completa l'esposizione, la proiezione di alcuni video, tra questi i grandi disegni animati ispirati alla storia di Eleonora Pimentel Fonseca ed alla Rivoluzione Napoletana del 1799, che realizzò nel 2004 come scenografie per il film di Antonietta De Lillo, Il resto di niente, tratto dal libro di Enzo Striano. L'Archivio Oreste Zevola, diretto da Marina Gargiulo, nasce nel 2015. Nel 2024, dopo un lavoro di accurata catalogazione curato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania è stato avviato il procedimento di interesse culturale.
   

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