(ANSA) - PERUGIA, 30 MAG - "L'assenza" di una norma
legislativa nazionale sul cosiddetto suicidio medicalmente
assistito "impedisce" all'Usl Umbria 1 "di soddisfare le
esigenze manifestate" dalla perugina Laura Santi, che ha
denunciato di aspettare "da oltre un anno" la risposta
dell'azienda sanitaria alla sua "richiesta di verifica delle
condizioni per poter accedere all'aiuto medico alla morte
volontaria".
La direzione aziendale dell'Usl Umbria 1 ha ritenuto
"opportuno precisare - in una nota - che in questi mesi la
pratica della signora Santi è stata attentamente valutata,
d'intesa con la Regione". "Tale vicenda - viene sottolineato -
riveste carattere di particolare delicatezza sia sul piano
giuridico che etico e sebbene sia in corso la riforma dei
comitati etici secondo la legge Lorenzin del 2018, cui
competerebbe il rilascio di pareri, ad oggi l'assenza di un
provvedimento normativo dedicato del legislatore nazionale,
impedisce di soddisfare le esigenze manifestate dalla signora
Santi, in un quadro di serena tutela anche degli operatori
sanitari". La Usl sostiene ancora che "lo stesso ministero della
Salute, con una nota del 3 gennaio, ha precisato che sono in
corso approfondimenti all'esito dei quali sarà valutato
l'inserimento del tema del suicidio medicalmente assistito
all'interno di uno specifico provvedimento normativo, che
attualmente risulta essere in fase di studio".
Santi, 48 anni, consigliera generale dell'associazione
Coscioni, è affetta da una forma "progressiva e avanzata" di
sclerosi multipla e nei giorni scorsi aveva reso noto di avere
presentato il 20 aprile del 2022 all'azienda sanitaria una
richiesta per l'accesso alla verifica delle proprie condizioni
"ai sensi della sentenza costituzionale 242/2019, ovvero per
accedere al cosiddetto suicidio assistito". (ANSA).