(di Roberto Ritondale)
(ANSA) - MILANO, 25 FEB - Indagare sul rapporto che nove
poeti hanno con il più bello dei fiori: è questo l'intento del
libro "Le voci della rosa" (edizioni Pendragon) scritto dalla
docente e saggista Elisabetta Motta, autrice anche di "Degli
animali. Viaggio nel bestiario di Giampiero Neri" e "Mostri e
prodigi".
Il libro, arricchito dagli acquarelli di Luciano Ragozzino e
dalle musiche composte per l'occasione dall'arpista Vincenzo
Zitello (c'è un codice QR a fine capitolo) approfondisce la
poetica di nove autori contemporanei: Mariangela Gualtieri,
Davide Ferrari, Fabio Pusterla, Alberto Nessi, Fabio Franzin,
Donatella Bisutti, Tiziano Fratus, Corrado Bagnoli e Franco Loi.
"Un libro - come scrive Giancarlo Pontiggia nella prefazione -
ricco di profumi e di nutrimenti spirituali. Parlandoci di rose,
Elisabetta ci sta parlando di poesia; e parlando di poesia, ci
parla dell'uomo, della sua fragilità e delle sue aspirazioni".
Ma perché indagare sui nove poeti partendo proprio dalla
rosa? Perché, risponde la stessa Motta nella sua introduzione,
"è il fiore prediletto dai poeti, perché di fronte ad essa
avvertono come la sua presenza trascenda per sacralità e
bellezza quelle parole con cui vorrebbero cercare di definirla,
circoscriverla, elogiarla".
Le prime "note" del libro sono dedicate a Mariangela
Gualtieri, poetessa di Cesena che negli anni Ottanta ha fondato
il Teatro Valdoca assieme a Cesare Ronconi. "La prima musa" di
Gualtieri, scrive Elisabetta Motta, "è la natura", e per lei
"occorre preservare ogni cosa con cura: è necessario che ogni
gesto sia nutrito d'amore, rispetto, attenzione".
Altre note suggestive sono quelle dedicate a Corrado Bagnoli
e alle "numerose fioriture di cui sono costellati i suoi versi";
a Fabio Pusterla e alla sua vena civile (per lui "compito
primario della scrittura è quello di 'scavare' nel reale alla
ricerca di un senso, farsi strumento di 'resistenza' contro il
franare della storia e della cultura"). Particolarmente felice è
la definizione che della rosa dà Alberti Nessi ("fragile sorella
dei poeti"), così come affascina Fabio Franzin che delle rose
celebra anche "la fragile tenacia delle spine".
Tra le pagine più belle del libro, quelle dedicate a
Donatella Bisutti, che alla parola poetica ha affidato "un ruolo
determinante nell'affrontare i momenti dolorosi e difficili
della nostra esistenza". Con i versi "il breve spazio
dell'eterno / nel cuore della rosa", la poetessa - scrive Motta
- elegge "questo fiore a simbolo privilegiato per rappresentare
l'Assoluto".
Il libro "Le voci della rosa" sarà presentato venerdì 3
marzo, alle 21, alla Biblioteca Ettore Pozzoli di Seregno (Monza
Brianza). Interverranno, oltre all'autrice, i poeti Giancarlo
Pontiggia e Corrado Bagnoli, l'agronoma Maria Cristina Pasquali,
il fotografo Carlo Bava, l'editore e artista Luciano Ragozzino e
l'arpista e compositore Vincenzo Zitello. (ANSA).