(ANSA) - MILANO, 13 GEN - È la cucina evergreen e collaudata
di un cuoco varesino che a Milano fa bene, anzi, benissimo. Del
resto, la responsabilità di indossare la giacca di executive
chef griffata Armani, e soprattutto di sovrintendere il
ristorante che porta il nome della maison, è forte: Francesco
Mascheroni però sembra non sentine il peso, con il suo stile
leggero, cromatico, divertente e comunque sempre elegante e
preciso.
Giochi di forme spensierate nel percorso di degustazione: la
sintesi perfetta è nell'aspic di lingua di vitello e tonno,
mela, uova di trota, capperi di Pantelleria, dove scompare ogni
elemento di grassezza e, anzi, i giochi di cotto-crudo si
rincorrono gioiosi. Il piatto che strappa quell'applauso da far
venir giù il teatro (la Scala è vicinissima) sono gli spaghetti
di Gragnano con ricci di mare e caviale, che uniscono la
sapidità rustica della costa del sud-barese a un'imponente
misura delicata.
La nuova carta contempla alternanze fra terra e acqua,
talvolta ancora congiunte come nell'esempio della trippa di mare
alla milanese con carbonaro dell'Alaska e salsiccia. Oppure
scommette sui toni agrumati della michetta con la burrata di
Andria, sgombro marinato e confettura di limone di Amalfi.
Carta più easy per il menu del pranzo, con diverse incursioni
milanocentriche come costoletta e polpette: nella lounge ci sono
anche club sandwich e insalate. Servizio e cantina eccellenti e,
manco a dirlo la location è bellissima, con gli alti spazi
dell'atrio che svetta sul centro di Milano. (ANSA).