(ANSA) - MILANO, 21 FEB - Serrande abbassate dal 1° marzo: ma
Filippo La Mantia, al Mercato Centrale di Milano, conta di
aprire appena possibile e assicura che si tratta di una
"riorganizzazione temporanea". Alle origini di tutto, difficoltà
nel reperire e strutturare il personale, problema ben noto
all'imprenditoria del settore ristorativo e ricettivo lombardo,
acuito nella metropoli come nelle aree di confine. Se a
scoraggiare l'arrivo di camerieri e cuochi di brigata sono
soprattutto gli alti costi della vita milanese, in primis
l'affitto di casa, nelle zone confinarie è insostenibile la
concorrenza con gli stipendi, molto più allettanti, del vicino
Canton Ticino che è paradossalmente alle prese con lo stesso
problema.
In ogni caso, tra dieci giorni la serranda del ristorante dello
chef palermitano con un passato da fotoreporter resterà chiusa:
ancorchè temporaneamente, si tratta di una perdita pesante per
la città, che aveva subito bene accolto la sua cucina
schiettamente siciliana. Una cucina di "oste e cuoco" come amava
definirsi e come aveva denominato la prima insegna milanese, la
cui avventura si era chiusa in piena pandemia, nel dicembre
2020. Anche in quel caso non fu un addio, ma un "arrivederci a
presto" come scrisse in bacheca. L'augurio di tutti è che anche
questa parentesi di assenza all'hub creato dall'imprenditore
Umberto Montano alla Stazione Centrale possa durare il meno
possibile. La Mantia negli anni del Covid ha cucinato
all'Ospedale Niguarda e, nel 2021, gli è stato conferito un
Ambrogino d'oro. (ANSA).