(ANSA) - MILANO, 24 FEB - Parte dalla Bergamasca la scommessa
delle torri aeroponiche: rivoluzionaria, perchè in grado di
cambiare il concetto stesso di coltivazione domestica e non
solo. A lanciare la sfida Eleonora Masseretti e Alexander
Hornung, gestori dell'agriturismo Casa Clelia a Sotto il Monte.
E che hanno deciso di importare in Lombardia una tecnologia già
sperimentata negli Stati Uniti. Ma come funzionano? Le torri
presentano dei fori dove poter piantare e l'acqua viene portata
in alto da una pompa, poi cade a cascata.
Il risparmio di spazio è notevole, dal 65 al 90 per cento in
meno di spazio, rispetto alla densità necessaria per
l'agricoltura biologica convenzionale su suolo. Dalle torri
aeroponiche classiche, che possono accogliere fino a 52 piante,
sono state sviluppate le torri mini-green che possono integrarne
fino a 208. Nella loro serra di piante, Eleonora e Alexander ne
contano 3700: «Una produzione variegata, tre volte più veloce di
quella tradizionale».
I nutrienti, rimarca Hornung, «sono a soluzione salina e,
secondo uno studio condotto dall'Università del Tennessee, fanno
sì che gli ortaggi con essi prodotti hanno una concentrazione di
elementi essenziali, misurabile in un range che va dal 30 al 50%
rispetto a quanto si coltiva a terra». I due giovani produttori
la definiscono come «una tecnologia alla portata di tutti», che
produce a basso consumo d'acqua e di energia, aiuta l'ambiente,
dà vita a coltivazioni nutrienti e, se adottata su larga scala,
potrebbe essere utile a contrastare la fame nel mondo. (ANSA).