(ANSA) - MILANO, 03 MAG - È la Lombardia la prima regione
italiana per valore generato dalla filiera agroalimentare con
quasi 40 miliardi di euro di fatturato e quasi 10 miliardi di
esportazioni, il 16% del totale nazionale. È quanto emerso nel
corso della presentazione del settimo forum 'La Roadmap del
futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per
i prossimi anni' organizzato a Bormio i prossimi 9 e 10 giugno
da The European House - Ambrosetti.
"Il settore rappresenta oggi 27 miliardi di valore aggiunto,
quasi 160 miliardi di fatturato annuo e circa 490mila occupati"
ricorda l'amministratore delegato di The European House -
Ambrosetti, Valerio De Molli. Per questo, sottolinea, "la
filiera agroalimentare deve essere tutelata per mantenersi
strategica" soprattutto considerando "la condizione di crisi
permanente dettata dall'emergenza Covid, dalle tensioni
internazionali e dal cambiamento climatico".
La Lombardia si attesta al terzo posto per prodotti
certificati pari ad un valore di 2,2 miliardi di euro. Ad oggi
sono 162mila gli occupati nella filiera, oltre il 25% in più
rispetto al 2015, e il fatturato della filiera è cresciuto
dell'11% dallo stesso anno. Soltanto da Bormio e dalla
Valtellina nel 2022 è stato generato un valore pari a 277
milioni di euro di produzioni agroalimentari certificate: da qui
provengono il 90% delle mele prodotte in Lombardia e l'80% della
produzione nazionale di bresaola, oltre che essere è il più
grande 'vigneto terrazzato' d'Italia, con 850 ettari di vigne e
2.500 chilometri di muretti a secco. Complessivamente la filiera
agroalimentare italiana sostiene circa 30 macro-filiere per un
valore aggiunto pari a circa il 16,4% del Pil, mentre le
esportazioni hanno raggiunto nel 2022 il livello record di 58,8
miliardi di euro. Emerge tuttavia un significativo potenziale
inespresso: l'Italia è solo quinta in Europa per valore del
proprio export, frenata in prevalenza dall'elevata
frammentazione della filiera composta per lo più da piccole
imprese. (ANSA).